GE vede in questa sua nuova turbina un forte rivale alle batterie come soluzione per accumulare l’energia della rete elettrica.
di David Talbot
GE Global Research sta testando una turbina grande quanto una scrivania e capace di alimentare un piccolo centro abitato con 10.000 abitazioni. L’unità è spinta da “anidride carbonica supercritica” che, a pressioni elevate e temperature fino a 700 °C, si presenta in uno stato né liquido, né gassoso. Dopo essere passata attraverso la turbina, questa anidride carbonica viene raffreddata e ricompressa prima di essere utilizzata per un secondo passaggio.
Le dimensioni compatte di questa unità, e la capacità di essere avviata e spenta rapidamente, potrebbero rendere questa turbina particolarmente utile per l’accumulo di energia della rete elettrica. Misura all’incirca un decimo rispetto alle turbine a vapore di pari potenza ed ha il potenziale per raggiungere una efficienza del 50 percento nel convertire il calore in elettricità, laddove i convenzionali sistemi a vapore si aggirano attorno ad una efficienza del 40 percento; l’aumento di efficienza è merito delle migliori proprietà di trasferimento del calore e della ridotta necessità di compressione nel sistema a base di anidride carbonica supercritica. Il prototipo GE è da 10 megawatt, ma la società spera di riuscire a sviluppare un modello finito da 33 megawatt.
Oltre ad essere più efficiente, la tecnologia potrebbe essere più agile – in uno scenario che presenta la necessità di accumulare energia per la rete elettrica, il calore dell’energia solare, nucleare, o della semplice combustione, verrebbe accumulato sotto forma di sali fusi e poi trasferito verso la turbina.
A differenza di un sistema del genere, in cui il calore potrebbe essere impiegato anche per far bollire l’acqua con cui alimentare una turbina a vapore, un convenzionale sistema a vapore richiederebbe fino a 30 minuti per essere avviato, mentre una turbina ad anidride carbonica richiederebbe appena un paio di minuti – prestazioni ideali per la generazione di energia on-the-spot durante i picchi di domanda.
Il sistema della GE potrebbe persino rivelarsi migliore rispetto a una schiera di batterie elettriche. Per aumentare le ore di operatività sarebbe sufficiente disporre di una riserva più grande o più calda di sali fusi, piuttosto che aggiungere altre fila di batterie. “Sarà determinante l’economia di scala”, dice Doug Hofer, l’ingegnere GE a carico del progetto.
Pur ammettendo che resta ancora del lavoro da portare a termine, Hofer dice che “a questo punto i fattori economici sembrano favorire la nostra turbina”.
(MO)