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    Un razzo ausiliario in caduta libera distrugge un edificio in Cina 

    Sarebbe facile da prevenire, ma la Cina continua a lasciar piovere detriti di lancio sulle città rurali, minacciando la sicurezza delle persone.

    di Neel V. Patel

    La Cina ha lanciato in orbita una coppia di satelliti dal suo centro di lancio satellitare Xichang, ma l’evento principale sui social media è stato quanto accaduto a terra: un razz ausiliario si è schiantato su un edificio nella regione centro-meridionale rurale del paese. Non ci sono stati feriti, ma i video e le foto dell’incidente hanno mostrano i resti lasciati dalla scia del ripetitore, con tanto di carburante tossico per missili in evaporazione. 

    “Ad ogni lancio, c’è la possibilità che qualcosa cada dove non ce lo si aspettava”, spiega Victoria Samson della Secure World Foundation. “Ci sono buoni motivi per non effettuare lanci sopra territori popolati”, la maggior parte dei paesi esegue i propri lanci sopra l’acqua. 

    È solo il più recente di una lunga serie di simili incidenti nella storia spaziale della Cina. Il più famigerato si è verificato nel 1996, quando il primo lancio di un Long March 3B vide il razzo deviare e schiantarsi in un villaggio, uccidendo un numero sconosciuto di persone (forse centinaia, secondo alcune stime occidentali).

    Perchè la Cina non lo fa? “È questione di geografia”, dichiara Thomas Roberts, ex membro della sicurezza aerospaziale presso il Center for Strategic and International Studies. Tutti e tre i principali porti spaziali della Cina si trovano nella terraferma, incluso il sito di Xichang. Tutti risparmiano denaro volando in missione verso est (che richiede meno carburante per entrare nello spazio), ma quella rotta li porta a sorvolare popolazioni vulnerabili. 

    La Cina emette avvisi di evacuazione per le comunità a rischio, ma il rischio dell’impatto non si limita alla possibilità di ferire o uccidere persone, i relitti possono inquinare fiumi e corsi d’acqua utilizzati per l’irrigazione e l’acqua potabile. I lanci dal vecchio cosmodromo Baikonur dell’Unione Sovietica in Kazakistan, costruito nel 1955, hanno causato la pioggia di oltre 2.500 tonnellate di detriti nella regione circostante, causando problemi di salute di ogni genere. Il problema non è nuovo, ma l’industria spaziale si sta espandendo rapidamente. 

    “Più lanci vengono eseguiti, maggiori sono le possibilità che qualcosa vada storto”, spiega Samson. Fortunatamente, la soluzione non è complicate: richiede solo volontà politica. La Cina può eseguire lanci sull’acqua, se lo desidera, dal suo porto spaziale sull’isola di Hainan, nel Mar Cinese Meridionale. Operativo dal 2014, è stato usato raramente a causa di errori di lancio e dell’infrastruttura poco sviluppata, problemi risolvibili con gli investimenti necessari. 

    La Cina potrebbe anche modificare le proprie rotte di volo. Ad esempio, la base aerea israeliana Palmachim non lancia i propri razzi verso est a causa degli evidenti conflitti geopolitici, motivo per cui invia razzi sul Mar Mediterraneo e attraverso lo Stretto di Gibilterra. Basta mettere in orbita retrograda un satellite che si muova nella direzione opposta alla rotazione terrestre. Serve molto più carburante, ma evita del tutto qualunque area popolata. 

    Alcune tecnologie emergenti potrebbero inoltre consentire ai missili di sorvolare in maniera più sicura aree popolate. Le grid fins (strutture reticolari che possono modificare leggermente capacità di controllo e velocità) e le caratteristiche del parafoil (fogli di alluminio che fanno da aquiloni o paracaduti), come quelli utilizzati da SpaceX, potrebbero permettere di guidare i razzi ausiliari verso territori liberi. Roberts pensa che l’IA potrebbe un giorno essere utilizzata per valutare meglio, prima del lancio, i rischi di una caduta per le comunità. Una proposta della SpaceX prevede la costruzione di un corridoio di volo in direzione sud in grado di far volare razzi su aree popolate purché possano dimostrare una funzionalità di interruzione automatica perfettamente funzionante.

    Uno strumento molto economico per far pressione sulla Cina e su altri gruppi affinché adottino misure per mitigare i rischi di lancio di detriti sono i social media. Weibo e Twitter hanno contribuito a rendere virali le immagini e i video dell’ultimo incidente – un grande vantaggio per le vittime povere e rurali, che raramente vengono viste o ascoltate.

    (lo)

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