L’Università del Michigan ha aperto ai test per le auto senza conducente la sua città finta.
di Will Knight
Le strade di un nuovo quartiere nella periferia di Ann Arbor, in Michingan, sono sorprendentemente pulite e tranquille. Per le vetture autonome, però, rappresentano una ardua serie di sfide.
La scorsa settimana l’Università del Michigan ha aperto il quartiere di Mcity per permettere alle case automobilistiche e ai fornitori del settore di collaudare le rispettive tecnologie per la guida autonoma e connessa. La struttura è stata realizzata in collaborazione con il Dipartimento dei Trasporti del Michigan e con fondi raccolti da numerose società dell’industria automobilistica, che avranno accesso all’area per testare le proprie tecnologie in una varietà di scenari.
La Mcity è pensata per includere pressoché qualunque possibile condizione di traffico che potrebbe mettere in difficoltà i sensori e gli algoritmi di una vettura automatizzata. La tecnologia per la guida autonoma sta migliorando, ma i computer continuano a faticare in particolari condizioni in cui la visibilità è ridotta, in scenari particolarmente complesso o in presenza di traffico pesante con il quale interagire. Il complesso potrebbe anche costituire un valido luogo in cui permettere ai regolatori di certificare se le diverse tecnologie per la guida autonoma rispettino gli standard richiesti (ammesso che questi vengano definiti).
Su una superficie di quasi 130.000 metri quadri di periferia, la Mcity include rotonde, gallerie, cantieri, rampe di accesso e uscita dalle autostrade e persino strisce segnaletiche sbiadite e cartelli stradali vandalizzati. La neve del periodo invernale dovrebbe offrire un ulteriore scenario per i test (vedi “ Town Built for Driverless Cars“).
La scorsa settimana, le varie società che hanno contribuito alla realizzazione della Mcity hanno presentato le proprie tecnologie e offerto ai visitatori un tour del complesso. La società di mappature Here, una divisione di Nokia, ha presentato ad esempio una delle vetture che utilizza per scansionare le strade con videocamere ad alta risoluzione e strumenti di rilevamento laser. Questi dati sono molto importanti per le società automobilistiche poiché possono aiutare le vetture a percorrere le strade (recenti rapporti indicherebbero, inoltre, che la Here potrebbe presto essere acquisita da un consorzio tedesco). La Here ha provveduto alla scansione della Mcity ed offerto i dati alle altre società.
Diverse società che stanno sviluppando tecnologie per le automobili hanno presenziato all’apertura. La Denso, una società giapponese che fornisce componenti per auto, ha presentato un hardware che permette alle automobili di comunicare fra loro per contribuire alla riduzione di incidenti e ingorghi (vedi “Le 10 tecnologie del 2015: Automobili che comunicano fra loro“).
La tedesca Bosch ha dimostrato un sistema che permette all’auto di guidare da sola lungo i rettilinei, mentre Xerox e Honda hanno mostrato un sistema che permette alle automobili di rilevare e comunicare con pedoni o ciclisti attraverso uno smartphone appositamente modificato per cercare di prevenire incidenti.
Lorraine Novak, uno sviluppatore di applicazioni presso la Denso che lavora anche a sistemi di guida autonoma, si è detta ansiosa di mettersi al lavoro nella Mcity per provare approcci diversi a particolari problemi. La Novak ha sottolineato come le rotonde continuino a rappresentare un grosso ostacolo per le vetture automatizzate. Nel traffico intenso, le vetture autonome, che vengono solitamente configurate per procedere con particoalre cautela, possono finire per continuare a percorrere diverse volte le rotatorie prima di uscire, o arrivare addirittura a fermarsi, dice.
Il diffondersi della guida autonoma potrebbe accrescere la necessità di impianti di prova sempre più grandi. Ufficiali pubblici e politici nel Michigan hanno suggerito addirittura che un impianto di collaudo più grande della Mcity potrebbe essere sviluppato ad appena 20 minuti di distanza da Ann Arbor.
(MO)