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    Un altro decennio perduto sul fronte dei cambiamenti climatici

    Gli unici numeri che contano sono quelli relativi ai gas serra e sono aumentati anche nel decennio degli anni 2010.

    di James Temple

    Ci siamo persi un altro decennio nella lotta ai cambiamenti climatici

    Il mondo non ha smesso di pompare gas a effetto serra nell’atmosfera nemmeno a fronte dell’accelerazione dei livelli verso valori che renderebbero i cambiamenti climatici permanenti

    Il nostro fallimento collettivo nell’avviare una riduzione delle emissioni negli ultimi 10 anni ha quasi sicuramente infranto il sogno di arrestare l’aumento delle temperature a 1,5°C. E’ ora difficile immaginare che sia possibile conseguire il ritmo e l’entità del cambiamento necessari a prevenire anche solo l’aumento di 2°C. 

    Tra i rischi con cui ci confrontiamo, quel mezzo grado di differenza potrebbe condannare all’estinzione le barriere coralline del mondo ed esporre regolarmente quasi il 40% della popolazione mondiale a ondate di calore sbalorditive. 

    Concentrazioni mensili di anidride carbonica Misurate presso l’Osservatorio Mauna Loa, Hawaii (parti per milione). Dati raccolti il 4, dicembre 2019. Grafico: Keeling, Ralph F.; Keeling, Charles D. Fonte: Scripps CO2 Program Data, creato con Datawrapper

    Ci sono stati deboli segnali di progresso. Hanno finalmente preso piede energie rinnovabili e veicoli elettrici, e quasi 200 paesi si sono impegnati a ridurre le proprie emissioni nel quadro dell’accordo di Parigi sul clima nel 2016. I governi sono però già in ritardo sugli impegni presi e a fronte della necessità di tagli più impegnativi, gli Stati Uniti intendono ritirarsi dall’accordo del tutto.

    Persino il grande impegno nello sviluppo di tecnologie per l’energia pulita non è riuscito a soppiantare le centrali elettriche, le automobili, le fabbriche e gli edifici che inquinano l’atmosfera con sempre più emissioni ogni anno. 

    Le tabelle a fianco rivelano quanto terreno è stato perso negli ultimi 10 anni sui cambiamenti climatici.

    Limitare il riscaldamento a 1.5°C si fa sempre più difficile

    Incremento nella concentrazione di anidride carbonica

    Il valore che conta veramente nell’analisi dei cambiamenti climatici è quello relativo alle emissioni globali e non ha mai smesso di crescere. C’è stato un momento in cui abbiamo creduto che le emissioni di gas serra si fossero stabilizzate. La concentrazione di anidride carbonica da combustibili fossili, che costituisce circa il 90% delle emissioni totali dovute ad attività umane, si è mantenuta relativamente piatta tra il 2013 e il 2016. 

    Il dato si deve probabilmente ai progressi nel campo dell’efficienza energetica, al crescente utilizzo di energie rinnovabili e al passaggio dal carbone al gas naturale, soprattutto nelle economie benestanti come Stati Uniti e Unione europea. Le emissioni hanno però ripreso a crescere negli anni successivi, trainate in gran parte dalla crescita economica e dalle sempre maggiori richieste di energia nei paesi emergenti, Cina e India in testa. 

    Secondo le stime, le emissioni di combustibili fossili sono aumentate dello 0,6% per raggiungere un valore record di 37 miliardi di tonnellate nel 2019, in seguito a tre anni di crescita consecutivi, secondo quanto riferito dal Global Carbon Project all’inizio di dicembre.

    Queste tendenze, in aggiunta alle emissioni in crescita dovute ai cambiamenti nell’utilizzo del suolo e ad altre attività umane, hanno contribuito a far aumentare costantemente le concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera durante gli anni 2010.

    Più a lungo le emissioni continueranno a crescere, più sarà difficile limitare l’aumento di 2°C

    Raggiungere il picco

    Il livello massimo di concentrazione di gas serra a cui ci fermeremo è importante. Più tempo ci metteremo, più drastici dovranno essere i tagli alle emissioni necessari a prevenire il superamento di pericolose soglie di riscaldamento. Il grafico descrive la difficoltà crescente del compito di arrestare il riscaldamento a 1,5˚C, mettendo a confronto i tagli che sarebbero stati necessari se ci fossimo fermati nel 2010 con quelli previsti se non ci fermeremo fino al 2020. Dovremo accelerare radicalmente la riduzione delle emissioni per avere qualche speranza di limitare il riscaldamento a 2°C.

    Oltre al taglio aggressivo delle emissioni, la maggior parte dei modelli ora prevede che serviranno anche alberi, piante e altri metodi per rimuovere e immagazzinare quantità sufficienti di anidride carbonica dall’atmosfera da mantenere il pianeta entro i limiti di temperatura prefissati. 

    Raggiungere le cosiddette “emissioni negative” su scala sufficientemente ampia sarà incredibilmente costoso ed entrerà direttamente in competizione con altri utilizzi cruciali del suolo, in particolare con le applicazioni di agricoltura necessarie a nutrire una popolazione globale in crescita.

    Anomalie annuali nelle temperature a terra a confronto con le medie del XX secolo (Celsius) Fonte: NOAA National Centers for Environmental information, creato con Datawrapper

    Impatto ambientale

    Decenni di aumento delle emissioni hanno determinato i risultati che gli scienziati hanno a lungo avvertito che avrebbero prodotto: rendere il mondo più caldo. All’inizio di dicembre, la World Meteorological Organization ha annunciato che il 2019 sarà probabilmente stato il secondo o terzo anno più caldo mai registrato, in un “decennio di temperature globali eccezionalmente calde”. Le temperature medie dei passati cinque e dieci anni si riveleranno essere state quasi certamente da record.

    Le osservazioni satellitari della NASA rivelano che i livelli marini sono cresciuti di più di 93 mm rispetto ai livelli registrati nel 1993 Le osservazioni satellitari della NASA rivelano che i livelli marini sono cresciuti di più di 93 mm rispetto ai livelli registrati nel 1993. Fonte: NASA Goddard Space Flight Center, creato con Datawrapper .

    Il pianeta è divenuto notevolmente più caldo nell’ultimo decennio

    Il grafico creato utilizzando i dati della National Oceanic and Atmospheric Administration, mostra chiaramente l’aumento delle temperature globali del suolo a temperature superiori alla media del XX secolo, in particolare negli ultimi 10 anni. 

    Anche le temperature degli oceani sono aumentate e il riscaldamento dell’acqua si sta diffondendo. Con la perdita accelerata di calotte glaciali e ghiacciai, i livelli degli oceani stanno salendo sempre più velocemente, come evidenziato nel grafico realizzato utilizzando dati satellitari raccolti dalla NASA. 

    Gli anni 2010 segnano il decennio in cui gli impatti dei cambiamenti climatici si sono fatti inconfondibili, almeno dal punto di vista di qualunque osservatore obiettivo. Con l’aumento delle temperature, il ghiaccio marino dell’Artico si è sciolto molto più velocemente di quanto previsto dai modelli scientifici, le barriere coralline del mondo sono andate soggette a eventi di sbiancamento diffusi e devastanti e le regioni del mondo intero sono alle prese con siccità, uragani, ondate di calore e incendi sempre più costosi, mortali ed estremi di quanto mai registrato dalla storia. 

    In virtù del fatto che gli effetti dell’accumulo di anidride carbonica impiegano anni a manifestarsi appieno e non abbiamo ancora nemmeno iniziato a ridurre le emissioni, i rischi con cui il mondo dovrà confrontarsi saranno ancora più gravi nel decennio a venire.

    Foto: Pixabay

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