“Technology Review” affronta una nuova svolta, anche se, a prima vista, la rivista continua nel solco della tradizione. Come è stata nostra abitudine fin dal 1899, descriviamo le tecnologie emergenti e analizziamo il loro probabile impatto. In realtà, qualche differenza nella linea editoriale non esprime altro che la volontà di aderire ancora più strettamente alla nostra missione: abbiamo infatti eliminato lo spazio dedicato agli sviluppi commerciali e finanziari delle tecnologie perché queste rubriche non risultavano gradite ai lettori.
di Jason Pontin
Il cambiamento più rilevante consiste nella periodicità, che è diventata bimestrale. Inoltre, chiunque si sia collegato al sito technologyreview.com, avrà notato che è stato completamente rinnovato. Gli eventi sono correlati. Stiamo diventando un tipo di pubblicazione molto diversa.
Perché questi cambiamenti? Perché rimettere in discussione qualcosa di buono? Perché mi è parso opportuno ricercare e adottare soluzioni innovative per affrontare alcune difficoltà dell’editoria contemporanea.
Internet ha creato problemi a molti settori industriali, ma l’editoria tradizionale è rimasta particolarmente colpita. I lettori (specialmente quelli giovani) passano molto più tempo on line e vogliono un’informazione sempre più tempestiva, di facile accesso, personalizzata e inserita in una rete sociale. Allo stesso tempo, gli inserzionisti investono molto di più sui media interattivi: essi chiedono efficienza, chiarezza e un ritorno misurabile dei loro investimenti. Così, mentre crescono i costi per acquisire e fidelizzare i lettori e per garantirsi la collaborazione di giornalisti e grafici di qualità, gli editori si trovano a fronteggiare una contrazione delle entrate pubblicitarie sulle riviste a stampa.
Questa tendenza ha contagiato quasi tutte le pubblicazioni, a eccezione delle riviste di moda e di intrattenimento. Persino riviste accademiche o pubblicazioni come l'”Economist” con relativamente poche inserzioni pubblicitarie si trovano ad affrontare la crescente domanda di pubblicazioni elettroniche da parte dei loro lettori. In poche parole, il tempo in cui gli editori potevano affidarsi completamente alle riviste a stampa si è ormai venuto concluso.
Il riassetto dell’industria editoriale ha colpito in modo particolare “Technology Review”: in parte, perché i nostri lettori e inserzionisti, dotati di ottime conoscenze in campo tecnologico, sono frequentatori assidui del Web; in parte, perché siamo un’impresa indipendente, slegata dalle grandi aziende dei media e quindi indifesa di fronte alle altrui economie di scala.
On line, in effetti, il discorso appare completamente diverso. Anche se il nostro sito Web pubblicava poco materiale oltre agli articoli della rivista stampata, un numero più alto di persone lo visitavano rispetto a quante acquistavano “Technology Review”: in un anno, milioni di utenti hanno letto gli articoli apparsi su technologyreview.com. Inoltre, gli inserzionisti on line, pur rimanendo relativamente pochi, stavano crescendo più rapidamente di quanto riuscissimo a gestire, anche in termini di spazi disponibili.
Con l’appoggio del MIT (che è proprietario di “Technology Review”) abbiamo realizzato ciò che molti editori vorrebbero fare, ma non osano: ribaltare la nostra politica editoriale. “Technology Review” è stata finora una rivista a stampa, con un sito Web; d’ora in poi sarà una pubblicazione elettronica che stampa anche una rivista.
Per maggiore chiarezza: noi amiamo la stampa. Molte persone preferiscono ancora leggere lunghe e approfondite analisi critiche, corredate di buoni servizi fotografici, su una rivista. è vero anche che i nostri ricavi provengono ancora in buona parte dalla carta stampata e non dagli inserzionisti on line. Pertanto continueremo a pubblicare con la consueta cura e a migliorare la nostra rivista. Ma siamo coscienti che il futuro di “Technology Review” risiede nell’elettronica e nell’interattività.
Vi invitiamo, quindi, a visitare il nostro sito Web e vedere cosa hanno realizzato Brad King, creatore e coordinatore del sito, e il direttore Wade Roush. Se leggete “Technology Review” perché volete ascoltare una voce libera e competente sulle tecnologie emergenti, ritroverete lo stesso spirito, on line, tutti i giorni.