La chiusura di Transatomic Power non segnerà necessariamente il successo o la fine per le società rivali.
di James Temple
Transatomic Power, una spinout del MIT che aveva attirato su di sé riflettori e investimenti per milioni di dollari in seguito all’annuncio di un rivoluzionario reattore a sali fusi, sta per cessare completamente le sue attività.
False speranze: La società, fondata nel 2011, sosteneva che la sua tecnologia fosse in grado di generare elettricità con un il 75 percento di efficienza in più rispetto ai convenzionali reattori nucleari. Come se non bastasse, le centrali della Transatomic Power sarebbero stati alimentati utilizzando il combustibile esausto di questi reattori. La società ha in seguito ritrattato quest’ultima affermazione e ridimensionato l’efficienza del 75% con una “più che doppia”.
Lunghi ritardi: I cambiamenti hanno costretto la società a rivedere i suoi sistemi, con conseguenti ritardi sullo sviluppo di un reattore dimostrativo e l’affermarsi di società rivali quali TerraPower e Terrestrial Energy, racconta Leslie Dewan, co-fondatrice e CEO della società.
Tempi d’attesa più lunghi e vantaggi ridimensionati hanno complicato la raccolta dei fondi addizionali necessari per andare avanti ($15 milioni c.ca). “Non siamo stati in grado di crescere a sufficienza da poter costruire un reattore in tempi ragionevoli”, ha detto Dewan.
Transatomic Power aveva raccolto oltre $4 milioni da Founders Fund, Acadia Woods Partners ed altre società.
I prossimi passaggi: Dewan ribadisce che i modelli sviluppati dalla società vantano ugualmente migliorie significative rispetto ai reattori convenzionali, quali un minor quantitativo di rifiuti generati e una maggiore sicurezza. Transatomic Power pubblicherà in open-source le sue proprietà intellettuali, permettendo ad altri ricercatori di “portare avanti il lavoro iniziato e, possibilmente, portarlo a compimento” conclude Dewan.
Josh Freed, vice presidente del programma per le energie pulite presso il think tank centrista Third Way, ritiene che la chiusura di Transatomic Power non rifletta difficoltà estese ai progressi che l’energia nucleare può ancora conseguire. Freed sottolinea come, in questi ultimi anni, dozzine di progetti analoghi siano emersi negli Stati Uniti in questi ultimi anni; la Nuclear Regulatory Commission ha quindi avviato un iter per cercare di agevolare i processi di validazione, mentre società quali NuScale e Terrestrial cercavano di farsi strada lungo i processi governativi.
La notizia, quindi, potrebbe segnalare l’ingresso in quell’inevitabile periodo di consolidamento che ha inizio per qualunque settore nascente e determina il successo, o il fallimento, delle società coinvolte.
(MO)