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    Studiare la respirazione durante il sonno

    Nuovi rilevatori del movimento determinano la frequenza respiratoria delle persone durante il sonno e potrebbero essere utilizzati per diagnosticare l’insorgere di problemi di salute.

    di Lisa Ovi

    Diversi studi hanno dimostrato il potenziale diagnostico dell’analisi della respirazione dei pazienti. Ogni deviazione da una normale frequenza respiratoria, circa 12-18 volte al minuto, possono essere un’indicazione di malattia.

    Pochi hanno però colto l’occasione di studiare questo collegamento tra frequenza respiratoria e salute. Per esempio, risale al 2010 uno studio sulle problematiche derivate dalla respirazione a bocca aperta. Nel 2015, per esempio, ricercatori della North Carolina State University hanno sviluppato un algoritmo per l’interpretazione delle difficoltà respiratorie a scopi terapeutici, mentre nel 2019, l’American Academy of Sleep Medicine ha approfondito un collegamento tra apnee notturne e invecchiamento precoce.

    Sotto la guida del professor Dr Jan Kantelhardt, un gruppo di ricercatori della Martin-Luther-Universität Halle-Wittenberg si prefigge da diversi anni di studiare la possibile rilevanza delle frequenze respiratorie nella diagnosi precoce di potenziali rischi per la salute. Uno degli ostacoli da risolvere è identificare uno strumento per condurre tali studi.

    Ad oggi, una misurazione affidabile della frequenza respiratoria per lunghi periodi di tempo è possibile solo in cliniche dotate delle apposite attrezzature. Condurre uno studio su diverse centinaia di migliaia di partecipanti, però, richiede dispositivi più semplici. Alla ricerca di un metodo nuovo ed economico per misurare la respirazione, il gruppo del Dr Kantelhardt ha inizialmente utilizzato un elettrocardiogramma standard (ECG) per trarre conclusioni sulla respirazione a partire dalla frequenza cardiaca.

    I ricercatori sono poi passati a valutare la possibilità che speciali rilevatori del movimento, o tracker, potessero fornire un’alternativa affidabile agli ECG. In collaborazione con il gruppo di ricerca del professor Thomas Penzel, del Centro interdisciplinare di medicina del sonno della Charité, gli studiosi della Halle hanno testato un braccialetto su circa 400 pazienti della Charité.

    I braccialetti hanno registrato anche il più minimo movimento del braccio durante il sonno, in associazione alle misurazioni ECG rese possibili da un semplice elettrodo. Un confronto dei dati raccolti al laboratorio del sonno ha mostrato che questi movimenti minimi consentono di trarre conclusioni più precise sulla frequenza respiratoria rispetto all’ECG registrato in contemporanea.

    Il nuovo metodo sarà inizialmente utilizzato per valutare alcuni dei dati del cosiddetto GNC Health Study, iniziato nel 2014. Nell’ambito dello studio a lungo termine a livello nazionale, circa 200.000 persone si sottopongono regolarmente a visite mediche e interviste sulle loro condizioni di vita e storie mediche. Alcuni dei partecipanti hanno ricevuto anche gli stessi tracker di attività di quelli dello studio corrente. L’obiettivo generale del progetto è comprendere meglio lo sviluppo di malattie comuni come cancro, diabete o aritmia cardiaca al fine di migliorare le misure preventive, la diagnosi precoce e il trattamento in Germania.

    (lo)

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