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    Spazio privato

    I tempi non sono mai stati così promettenti per chi propone voli spaziali commerciali.

    di Mark Williams

    Quando l’Amministrazione Bush ha annunciato una nuova missione per la NASA nel gennaio 2004, molti l’hanno respinta come un cinico trucco di pubbliche relazioni. Eppure era la prima volta che un’amministrazione americana dichiarava che la politica del paese nei riguardi dell’esplorazione spaziale era quella di continuare ad andare nello spazio con missioni umane (si veda Toward a New Vision of Manned Spaceflight, pag. 78, Janaury 2005).

    Data quella ambizione, il Report of the President’s Commission on Implementation of United States Exploration Policy (Rapporto della Commissione Presidenziale sulla messa a punto della politica di esplorazione spaziale), conosciuto anche come A Journey to Inspire, Innovate and Discover (Un viaggio per ispirare, innovare e scoprire), prevede un percorso apparentemente ragionevole. Esso stabilisce che quando la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale sarà terminata, nel 2010, lo Shuttle sarà messo fuori servizio. Entro il 2014 un nuovo veicolo pilotato da uomini − il Crew Exploration Vehicle (Veicolo esplorativo con equipaggio) o CEV − farà il suo primo volo. Gli astronauti condurranno il CEV sulla Luna entro il 2020 per poi dirigersi verso Marte nei successivi decenni. Dato che l’amministrazione Bush ha dato alla NASA un budget molto limitato per arrivare a fare tutto questo, alcuni hanno affermato che la Casa Bianca non aveva intenzioni serie. Altri hanno invece affermato che la parsimonia era giustificata, data l’abitudine della NASA di sforare i budget previsti. In ogni caso la NASA ha annunciato nel 2005 un progetto per un CEV destinato a 4 o 6 astronauti, assomigliante al modulo di comando degli Apollo, che verrebbe poi spinto nello spazio dalla versione aggiornata di un veicolo per sollevamento pesante (heavy lift vehicle o HLV). Il nuovo capo della NASA, Michael Griffin, ha descritto la combinazione dei due veicoli come un “Super Apollo” .

    Dato che l’amministrazione Bush ha deciso che 27 miliardi di dollari, dei 104 miliardi necessari per i due veicoli, si sarebbero resi disponibili solo dopo il ritiro dello Shuttle e il completamento della Stazione Spaziale nel 2010, la commissione presidenziale ha inizialmente richiesto il primo volo del CEV non più tardi del 2014. Questo avrebbe significato che per quattro anni il programma spaziale ufficiale statunitense non avrebbe potuto compiere missioni con uomini a bordo e che per otto anni i contribuenti avrebbero pagato per un programma che non avrebbe prodotto niente di visibilmente nuovo. Subito dopo la sua nomina, Griffin ha reso chiaro a tutti la sua opposizione a questo piano “Il veicolo spaziale Apollo è passato dall’assegnazione dei contratti al compimento della missione in meno di sei anni. Mi sembra inaccettabile impiegare dal 2005 al 2014 per fare la stessa cosa”.

    Con Griffin al comando, la NASA pensa ora di portare a termine il CEV entro il 2012. Inoltre Griffin ha rotto con la tradizione NASA (di prodursi in casa quanto necessario ai lanci spaziali). Sotto la sua amministrazione l’Agenzia ha dichiarato che non ha senso usare un veicolo costoso come il CEV (che richiederà approssimativamente 400 milioni di dollari per volo) per rifornire la Stazione Spaziale, se esiste un’alternativa più economica. In un annuncio rilasciato il 28 ottobre 2005 e chiamato Commercial Orbital Transportation Services (COTS) Space Flight Demonstrations (COTS), l’agenzia spaziale ha sollecitato proposte da parte di aziende private per costruire e lanciare cargo automatici per il trasporto dei rifornimenti, in grado di raggiungere la Stazione Spaziale. Una volta che una azienda abbia raggiunto questo obiettivo, ha detto la NASA “i proponenti saranno anche sollecitati a… dimostrazioni che consisteranno in uno o più lanci di missioni con uomini a bordo verso la Stazione Spaziale Internazionale”. Per concludere Griffin prevede anche che la NASA non solo comprerà razzi per portare equipaggi e rifornimenti alla Stazione Spaziale, ma che acquisterà persino propellente da stazioni di rifornimento private, sistemate in orbita intorno alla Terra.

    In lotta con la gravità

    Per Griffin non sarà una passeggiata. Sono passati 33 anni da quando gli ultimi esseri umani, Harrison Schmitt ed Eugene Cernan dell’Apollo 17, hanno camminato sulla Luna. L’aspettativa pubblica, che le missioni con uomini a bordo destinate a esplorare il Sistema Solare fossero inevitabili, è stata sostituita dalla sensazione che i voli umani nello spazio siano troppo difficili, pericolosi e costosi. L’esplorazione, stabilisce la nuova ortodossia, è meglio lasciarla a sonde automatiche in volo nello spazio profondo e a robot che si trascinano sulle superfici planetarie.

    Eppure, anche se i razionalisti hanno ragione ad affermare che le ricadute scientifiche a breve termine verranno dall’esplorazione automatica, la volontà di andare nello spazio ha sempre travalicato la scienza. L’orgoglio nazionale, la competizione per la supremazia tecnologica, l’emozione dell’esplorazione e le speranze nel progresso dell’umanità, hanno sempre giocato la loro parte. Nel 2006, inoltre, i progressi tecnologici hanno migliorato la prospettiva che voli commerciali con uomini a bordo, possano essere economici e forse persino convenienti.

    La Virgin Galactic di Richard Branson, per esempio, dichiara di avere 42.000 clienti che hanno versato 200.000 dollari, come registrazione per voli ai limiti dello spazio, il che indica un considerevole sostegno pubblico e una richiesta da parte dei consumatori. Spedire turisti su per 5 o 6 minuti di volo in assenza di peso, tuttavia, non è un volo spaziale con uomini a bordo.

    Tra le piccole, giovani, aziende aerospaziali che hanno piani per spedire carichi del peso di esseri umani in orbita, come t/Space, SpaceDev e Interorbital Systems, la SpaceX di Elon Musk è spesso indicata come quella più promettente. Musk è un imprenditore che ha fondato, con altri, PayPal, il sistema di pagamento online e SpaceX, a differenza dei suoi competitori, ha veramente costruito prototipi di razzo. L’azienda ha fatto grandi promesse e adottato tattiche commerciali aggressive, citando in giudizio Boeing e Lockheed Martin nel 2005, accusandole di violare le norme antitrust e impedire la concorrenza. Ma Space X ha dovuto mandare a monte il primo lancio di prova del suo razzo Falcon 1, che è progettato per portare in orbita un carico delle dimensioni di un piccolo satellite, ma che faceva parte di uno studio di fattibilità per lo sviluppo futuro di sistemi di lancio più grandi, pensati per carichi umani.

    Gli sforzi iniziali della NASA di far decollare i suoi primi veicoli spaziali videro fallimenti anche peggiori. Ma all’inizio, comunque andassero le cose, l’unica ragione di esistere della NASA era che il governo americano considerava essenziale il programma spaziale, per lo status e la sicurezza dell’America. Le cose oggi sono cambiate. Musk e gli altri imprenditori devono non solo appellarsi al nostro patriottismo, ma anche al nostro portafoglio, visto che affermano che le loro aziende possono realizzare lanci spaziali con uomini a bordo, molto meno costosi sia di quelli della NASA sia di quelli della principale alternativa, i lanci fatti dalla azienda russa Energia con i razzi Zenit.

    Alcune proposte provenienti da aziende private rappresentano una vera rivoluzione teorica riguardo all’economia dei voli spaziali con uomini a bordo. In un articolo per la Mars Society, di cui è presidente, Robert Zubrin avanza un approccio alternativo per il ritorno della NASA sulla Luna, usando un CEV che porti tre o quattro membri a bordo, non da quattro a sei. Zubrin, che lavorava come ingegnere aerospaziale alla Lockheed e ha poi fondato l’azienda aerospaziale Pioneer Astronautics, pensa che questa navetta spaziale più piccola e più leggera potrebbe trasportare abbastanza combustibile da raggiungere la Luna, entrare nella sua orbita, atterrare e ritornare alla Terra senza bisogno di un modulo di atterraggio separato o di un rendez-vous in orbita lunare, nello stile dell’Apollo. Un veicolo simile sarebbe anche più semplice e più economico da costruire.

    La NASA potrebbe persino proporre, suggerisce Zubrin, che i privati competano per aggiudicarsi il contratto per la costruzione del CEV. Il denaro che la NASA risparmierebbe ordinando un CEV più piccolo, scrive Zubrin, potrebbe essere immediatamente utilizzato per lo sviluppo del veicolo di sollevamento di carichi pesanti. Il CEV e l’HLV potrebbero così essere completati prima, permettendo il ritiro anticipato dello Shuttle e il risparmio di ancora più denaro.

    Altri hanno i loro scenari per ritornare sulla Luna in economia. Per esempio, il progetto Poway, della californiana SpaceDev, prevede il piazzamento in orbita lunare e sulla sua superficie di una serie di moduli abitabili, con l’invio su e giù dalla Luna di un astronauta alla volta, usando una personale “sedia a razzo”. SpaceDev afferma che in questo modo 40 persone potrebbero visitare la Luna “al costo della prima missione NASA”.

    Harrison Schmitt, astronauta dell’Apollo 17 e geologo di professione, crede che ci sia una ragione altamente pratica per ritornare sulla Luna. Il vento solare ha impregnato la polvere lunare con un isotopo non radioattivo chiamato Elio-3, che potrebbe essere utilizzabile come combustibile in grandi centrali elettriche a fusione nucleare. Schmitt ha appena pubblicato un libro, Return to the Moon:Exploration, Enterprise, and Energy in the Human Settlement of Space (Ritorno alla Luna: esplorazione, impresa ed energia, nella colonizzazione umana dello spazio), nel quale riconosce che qualsiasi ritorno permanente sulla Luna è improbabile in assenza di un coinvolgimento di imprese private.

    Lo schema futuristico di Schmitt implica, ovviamente, l’invio sulla Terra di grandi quantità di polvere lunare, per il suo trattamento, ma questa operazione viene da lui definita come “una sfida relativamente piccola”, se comparata allo sviluppo di grandi centrali a fusione sulla Terra e di miniere sulla Luna. A tale scopo avanza l’ipotesi di metodi di propulsione per le navi da carico, compresi razzi di spinta e sistemi elettromagnetici, che possono essere realizzati usando le risorse lunari.

    In effetti, lasciare il debole campo gravitazionale lunare è relativamente facile; la parte veramente dura del viaggio spaziale è arrivare in orbita partendo dalla superficie terrestre. Dalla luna, una nave spaziale può raggiungere praticamente ogni angolo del sistema solare, usando più o meno la stessa quantità di energia. Quando le aziende private riusciranno a fornire mezzi affidabili ed economici per raggiungere l’orbita terrestre, allora molte più imprese spaziali diventeranno possibili.

    Sotto la leadership di Griffin, la NASA probabilmente sottoscriverà una parte di questo sforzo, come è giusto faccia. Se l’agenzia spera di mandare più americani nello spazio, restando nel budget previsto dall’amministrazione Bush, avrà bisogno di attingere dalle nuove idee che arrivano dal mondo commerciale, dove l’obiettico principe è fare profitto.

    COMMERCIAL ORBITAL TRANSPORTATION SERVICES (COTS) SPACE FLIGHT DEMONSTRATIONS

    Numero di riferimento: JSC-COTS-1

    Data di pubblicazione: 28 Ottobre 2005

    Ufficio appaltante: NASA/Lyndon B.Johnson SpaceCenter

    RETURN TO THE MOON: EXPLORATION, ENTERPRISE, AND ENERGY IN THE HUMAN SETTLEMENT OF SPACE

    Di Harrison H. Schmitt

    Springer, 2005, 25 dollari

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