L’app multimediale ha rilasciato una versione beta di uno strumento di ricerca chiamato “Here For You” che collegherà gli utenti a siti che offrono servizi per affrontare disturbi di natura psicologica.
di Tanya Basu
Un utente che digita parole che indicano stati di angoscia sarà guidato ai contenuti progettati per aiutarlo ad affrontarla. Per esempio, se si cerca la parola “ansia” su Snapchat si viene indirizzati a Chill Pill, una nuova serie prodotta dal sito con brevi video mirati a ridurre l’ansia.
Altre voci ricercabili includeranno “depressione, stress, dolore, pensieri suicidi e bullismo”. Snapchat sta per pubblicare una nuova serie di video originali, Mind Yourself, che affiancano le persone che affrontano seri problemi di ordine psico-mentale, incluso il disturbo da stress post-traumatico, il disturbo ossessivo compulsivo e il dismorfismo corporeo.
L’iniziativa avrà successo? Non è ancora chiaro, ma ha tutte le carte in regola per averlo. La piattaforma ha il vantaggio di essere considerata uno spazio intimo per gli adolescenti. Il fatto che i suoi video scompaiano dopo 24 ore conferisce un senso di privacy e sicurezza che potrebbe rendere i giovani più a loro agio nella ricerca di contenuti sensibili rispetto ad altre reti.
Secondo le ricerche dell’azienda, i millennial e gli utenti della Gen Z, il principale bacino demografico di Snapchat, hanno maggiori probabilità di condividere sulla piattaforma tematiche legate ai disturbi psicologici rispetto alle generazioni precedenti.
Nell’ultimo anno, le aziende di social media hanno iniziato a svolgere un ruolo importante in questo settore. Proprio il mese scorso, un rapporto del Royal College of Psychiatrists ha chiesto a Facebook, Instagram e Twitter di dare accesso ai dati sulle visualizzazioni degli utenti che pubblicavano contenuti problematici.
A settembre, Facebook ha annunciato che avrebbe assunto un “responsabile della politica di sicurezza” per condividere dati su come gli utenti parlano di suicidio e autolesionismo e fornire risorse per cercare risposte ai loro problemi. Instagram ne ha seguito l’esempio.
(rp)