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    Shuttle addio…

    di Alessandro Ovi

    Con l’ultimo volo di Atlantis, il programma Shuttle, dopo trent’anni di vita, chiude la sua storia: un programma che ha segnato in modo straordinario la presenza dell’uomo nello spazio, che ha ottenuto risultati molto importanti, ma che verrà ricordato anche per tragedie che ci hanno lasciato con il fiato sospeso, a domandarci «come mai?».

    Oggi, noi, che nella esplorazione spaziale da parte degli uomini e non dei robot abbiamo sempre creduto, restiamo con un senso di vuoto, perché non sappiamo bene che verrà dopo. Non sappiamo se, a parte qualche volo per superricchi o qualche trasporto di carichi preziosi nello spazio vicino con vettori “privati” (se ne parlava anche nel fascicolo scorso), ci sarà più una presenza intensa dell’uomo nello spazio. Forse in attesa, tra qualche decennio, di ripartire verso Marte. Oppure se ci si possa affidare alla Cina, sia per lavorarci assieme sia per usarla come stimolo, quasi fossero i tempi dello Sputnik. 

    Molta nebbia per almeno un decennio. Oggi, i problemi sono altri e non è facile rilanciare l’entusiasmo della gente per andare lontano, quando i problemi sono così vicini a casa o addiritttura in casa.

    Leggendo quanto si scrive oggi per ricordare che lo Shuttle non c’è più, si vedono più titoli di dubbio che di speranza: “Lo Space Shuttle è stato un errore?”, “Discutiamo del futuro della NASA”, “C’è un futuro privato per rimpiazzare lo Shuttle?”. Guardando le immagini che sul sito americano di “Technology Review” ci offre Brittany Sauser, resta solo un senso di grande nostalgia. Sono passati trent’anni di grande visione. Torneranno mai? 

    A volte le fotografie di un passato importante aiutano a costruire visioni positive per un futuro anche lontano. 

    La domanda che ci poniamo è: quando rivedremo un programma con altre fotografie simili? La risposta: Non lo sappiamo! 

    1. Il primo volo dello Shuttle, il Columbia, nell’aprile 1988.

    2. Il braccio robotizzato costruito dai canadesi come piattaforma di lavoro 

    per gli astronauti fuori dallo Shuttle.

    3. Sally Ride, la prima donna astronauta nello spazio, sul Challenger, nel 1983.

    4. La situazione meteorologica è stata determinante per la puntualità di tanti voli 

    dello Shuttle. Qui il Challenger si muove nella nebbia sul suo trasportatore 

    verso la rampa di lancio.

    5. Uno zaino a getto permette agli astronauti di muoversi senza collegamenti 

    con lo Shuttle. Qui Bruce Mc Candless si è allontanato fino a 100 metri.

    6. Un frammento del Challenger esploso in volo il 28 dicembre 1986, 

    poco dopo il lancio.

    7. Lo Hubble, il grande telescopio spaziale portato in orbita dallo Shuttle.

    8. Atlantis si collega a MIR, la stazione spaziale russa, aprendo la strada 

    alla Stazione spaziale internazionale (ISS).

    9. I resti del Columbia dopo il devastante incidente che lo distrusse al rientro 

    nel 2003, raccolti in uno hangar per cercare di comprendere le cause del disastro.

    10. La ISS, la cui costruzione è stata forse la più importante impresa dello Shuttle.

    11. Atlantis pronto a partire per l’ ultimo volo.

    Fotografie: archivio fotografico “Technology Review”.

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