In assenza di linee di comportamento condivise, è tempo di aprire un serio confronto sull’etica del finanziamento, anche se l’argomento si presta a interpretazioni del tutto contrapposte.
di Angela Chen e Gideon Lichfield
Dopo che il MIT Media Lab è stato messo sotto accusa per aver accettato finanziamenti da Jeffrey Epstein, il miliardario suicida accusato di abusi sui minori, il suo co-fondatore, Nicholas Negroponte, ha creato imbarazzo tra molte persone ponendo una domanda imbarazzante: “Perché i soldi di Epstein erano inaccettabili?”
“Epstein è un caso estremo”, ha dichiarato al “Boston Globe”. “Ma poi si accettano i soldi di Koch? Quelli di Huawei? E di altri ancora?”
Negroponte aveva ragione. Vicino al Media Lab si trova un istituto di ricerca sul cancro finanziato dai fratelli Koch, che sono sostenitori della negazione del cambiamento climatico. A febbraio, il MIT ha rifiutato di tagliare i legami di finanziamento con l’Arabia Saudita dopo che i leader del paese avrebbero ordinato l’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi. Nel 2016, quattro mesi di proteste studentesche non sono riuscite a convincere l’università a non accettare fondi da aziende che producono combustibili fossili.
In assenza di linee guida chiare, il principale criterio etico della raccolta fondi sembra essere quello di evitare lo scandalo. E ci si potrebbe chiedere, come ha fatto Negroponte, perché i finanziamenti per ricerche serie dovrebbero essere ostaggio di ciò che viene considerato scandaloso in un dato momento.
Ma solo perché finora non ci sono state chiare linee guida etiche non significa che non ci saranno mai. I finanziamenti sono sempre più argomento di confronto. Musei di fama mondiale come il Guggenheim e il Louvre hanno iniziato a rifiutare i soldi dei Sacklers, la famiglia la cui azienda produceva l’OxyContin, l’antidolorifico accusato di aggravare la crisi degli oppiacei negli Stati Uniti.
Siamo quindi dell’idea che, d’ora in poi, un’università come il MIT — o Harvard, o una qualsiasi delle altre numerose istituzioni e scienziati che Epstein ha onorato con la sua generosità — debba fare una chiara scelta etica sul denaro da accettare. Non è facile capire, però, come potrebbe essere questa politica, perché solleva domande spinose sul concetto di moralità applicato al denaro.
Il valore della trasparenza
In realtà qualche regola esiste, afferma Rob Reich, teorico politico di Stanford e autore di Just Giving:Why Philantrophy is Failing Democracy and How It Can Do Better. “Tutte le organizzazioni non profit stanno già prendendo decisioni in merito all’etica del finanziamento”.
Ma queste decisioni, di solito, non sono né coerenti né trasparenti. Il “Boston Globe” ha contattato i 20 college e università più importanti per chiedere che tipo di controlli hanno fatto sui donatori e ha ricevuto solo una risposta.
Abbiamo chiesto al MIT un elenco di donatori “non graditi”, ma inutilmente (Si è infine appreso da Signe Swenson, la fonte informativa interna al Media Lab, che per “non graditi” si intendeva le persone che non erano considerate disposte a fare donazioni).
Il primo passo, quindi, è rendere trasparente il sistema. Benjamin Soskis, un ricercatore associato del Center on Nonprofits and Philanthropy dell’Urban Institute, afferma che un altro passo importante è quello di attirare nuove persone non appartenenti all’élite, per lo più gruppi di uomini bianchi che detengono i rapporti tra capitali finanziari e grande scienza, per elaborare nuove linee guida.
7 domande ineludibili
C’è differenza tra soldi inaccettabili e soldi che provengono da persone “malvagie”?
In difesa di Joi Ito, l’ex direttore del Media Lab che si è dimesso a seguito dello scandalo dei finanziamenti di Epstein, il professore di diritto di Harvard, Lawrence Lessig, ha operato una distinzione tra denaro legato a patrimoni accumulati con condotte criminali, come nel caso della famiglia Sackler, e soldi guadagnati legittimamente da qualcuno che ha commesso altri tipi di crimini, come, presumibilmente, Epstein.
Le opinioni variano su quanto sia legittima questa distinzione. Mentre Reich dice che è importante, Sharon Batt, un’esperta di bioetica della Dalhousie University, sostiene che è una visione limitata: le implicazioni morali del ricevere denaro non sono solo legate al modo in cui viene guadagnato, ma anche al modo in cui viene speso. “Al di là del fatto che il denaro di Epstein sia derivato o meno dall’attività criminale, la sua ricchezza è stata un fattore determinante nelle molestie nei confronti di giovani donne”, spiega Batt.
Come si misura il danno?
I presunti traffici sessuali di Epstein sono odiosi e hanno distrutto la vita delle sue vittime. Ma gli effetti a catena sono stati molto più ampi. La sua posizione di mecenate del circuito intellettuale tecnologiche ha contribuito all’esclusione delle donne dallo STEM.
“Ciò che accade quando le donne non vengono invitate a eventi per sostenere la ricerca scientifica è che perdono opportunità professionali”, ha detto Sarah Szalavitz, del Media Lab, al “New York Times”.
“Se si tiene una cena legata alla presentazione di una iniziativa scientifica su una spiaggia privata di proprietà di una persona accusata di abusi sessuali, le donne difficilmente vengono invitate”.
I casi Sacklers e Kochs hanno provocato conseguenze del tutto diverse. Dal 1999, più di di 200.000 persone sono morte per overdose causata dalla prescrizione di farmaci a base di oppiacei, alimentata dalle pressioni della famiglia Sackler.
Politiche negazioniste dei cambiamenti climatici, finanziate da Koch, hanno reso più difficile agire contro il riscaldamento globale, che ha già decimato la biodiversità e potrebbe portare a 250.000 decessi aggiuntivi all’anno entro il 2030.
I filosofi hanno discusso a lungo sul modo migliore per valutare le implicazioni morali di questi comportamenti. Ora, le istituzioni dovranno fare lo stesso.
Che tipo di crimine rende i soldi sporchi?
L’abuso sessuale riceve molta attenzione, ma i crimini dei colletti bianchi come il riciclaggio o la frode sono molto più comuni. “Praticamente tutte le [aziende farmaceutiche] sono state condannate (tutto è stato regolato in via extragiudiziale) per aver falsificato i dati o aggirato le regole dell’antitrust, con multe dell’ordine di miliardi di dollari”, afferma Marc Rodwin, professore di diritto della Suffolk University ed esperto di corruzione istituzionale. Praticamente tutte queste aziende finanziano ancora la ricerca.
I soldi “cattivi” possono diventare accettabili se usati per scopi buoni?
Reich afferma che le organizzazioni non profit non dovrebbero beneficiare del denaro accumulato commettendo crimini, a meno che “non sia diretto filantropicamente a cause che riparano i danni provocati dal crimine in questione”. Quindi sarebbe lecito accettare i soldi dei Sacklers per combattere la dipendenza da oppiacei, ma non per i musei d’arte.
Per quanto riguarda il denaro proveniente da donatori con condotte inaccettabili, ma che lo hanno guadagnato legittimamente, Reich lascia alle organizzazioni non profit il compito di stabilire se i vantaggi legati al finanziamento sono superiori alla credibilità che viene restituita alla reputazione del donatore.
Nel caso di Epstein il no appare più che giustificato, continua Reich, ma in molti casi “la questione potrebbe essere più controversa”. La giustificazione dovrebbe essere trasparente e il donatore non può rimanere anonimo.
Si può accettare la donazione anonima?
In una lettera aperta, il presidente del MIT, Rafael Reif, ha scritto che il suo staff aveva chiesto a Ito di mantenere anonime le donazioni di Epstein perché “si riteneva importante che Epstein non usasse i finanziamenti al MIT per farsi pubblicità o per migliorare la propria reputazione”.
Lessig, allo stesso modo , sostiene che i soldi “contaminati”, se accettati, dovrebbero rimanere sempre anonimi.
Ma questo modo di agire ha i suoi problemi. Mantenere segreta una donazione significa che anche qualsiasi altro beneficio che il donatore potrebbe ottenere rimane segreto.
Il nome di Epstein non è comparso nei finanziamenti, ma queste donazioni gli hanno permesso di rimanere nell’orbita del Media Lab, di avere influenza sul suo direttore, di entrare nel laboratorio con delle giovani donne che lo accompagnavano e di intervenire su come parte del denaro dovesse essere speso.
Il denaro sporco viene nuovamente pulito se i donatori sono stati condannati e puniti?
Offrire una seconda possibilità sembra una soluzione ragionevole. Ma, per le persone benestanti e le grandi aziende, condanne e multe difficilmente fungono da deterrenti. Può essere difficile valutare se la “redenzione” è autentica.
Ito ha insistito (e Lessig lo conferma) che credeva davvero che Epstein avesse smesso di abusare delle donne dopo la sua condanna. Eppure Epstein era stato etichettato come un molestatore sessuale di livello 3 – il che significa che era ritenuto probabile una sua ricaduta – ed era stato visto lo scorso novembre uscire dal suo jet privato con ragazze minorenni.
Fino a quando è legittima la resa dei conti?
Harvard ha preso quasi 9 milioni di dollari da Epstein prima della sua condanna del 2008. L’università ha da tempo sostenuto che non restituirà quei soldi perché, diversamente dal caso del MIT, il crimine di Epstein non era ancora di dominio pubblico quando lui ha fatto la donazione (Devolverà 186.000 dollari che non sono ancora stati spesi per aiutare le vittime di violenza sessuale).
D’altra parte, alcune università stanno interrogandosi sui loro legami con l’ingiustizia epocale della schiavitù. Gli studenti della Georgetown hanno votato per creare un fondo a beneficio dei discendenti degli schiavi che sono stati venduti per devolvere finanziamenti all’università. (Il progetto non è ancora stato approvato).
Il Virginia Theological Seminary, che è stato in parte costruito sul lavoro degli schiavi,sta pianificando di offrire un risarcimento.
I prossimi passi
Il dibattito sull’etica della filantropia non è nuovo. Come sottolinea Reich in Just Giving, John Rockefeller è stato criticato per aver tentato di far dimenticare quanto aveva fatto di male per creare la Fondazione Rockefeller.
Un secolo dopo, molte di quelle azioni illegali – come le pratiche commerciali monopolistiche e i comportamenti antisindacali – sono state dimenticate. Il museo Guggenheim che ora rifiuta i soldi dei Sackler fu costruito con una fortuna costruita sul piombo tossico e le miniere di rame, fa notare Adam Rogers di “Wired”.
Allora perché qualcosa dovrebbe cambiare ora? Certamente, se solo una manciata di istituzioni rivedrà le proprie linee guida sul finanziamento, è improbabile che si abbia un grande impatto, afferma Batt. A conferma di ciò, indica l’esempio della azienda farmaceutica GlaxoSmithKline, che nel 2013 è diventata la prima azienda a smettere di pagare i medici per promuovere i suoi farmaci.
Le aziende rivali non ne hanno seguito l’esempio, quindi cinque anni dopo GSK è tornata a pagare i medici.
Questa volta, tuttavia, il cambiamento culturale potrebbe essere abbastanza grande da avere delle ricadute sui comportamenti. “Il vero problema è che Epstein si muove sulla scia di Sackler, che a sua volta si ricollega a comportamenti simili, che collegano la filantropia a questioni secolari come il patriarcato, l’uguaglianza, i rapporti con il potere”, conclude Soskis.
Foto: MIT Tony Luong