Un sistema mondiale diffuso di tariffazione del carbonio accelererebbe le riduzioni delle emissioni, impedendo anche il trasferimento di industrie inquinanti da zone con regole più severe ad altre meno, ma sulla strada di questa iniziativa c’è un grande ostacolo: manca il supporto dell’opinione pubblica.
di David Rotman
Anche se una tassa sul carbonio rimane la soluzione ideale per la maggior parte degli economisti, alcuni sono sempre più scettici al riguardo, come nei casi di Noah Smith, che non la ritiene una “vera soluzione“, e del mio collega James Temple, secondo il quale “la gente non voterà mai a favore di una tassa sul carbonio“.
Sarà anche vero, ma stabilire un prezzo per le emissioni di carbonio rimane il passo più immediato e risolutivo che si può adottare. In uno studio pubblicato su Econfin, una rete di economisti universitari, David Klenert e Linus Mattauch spiegano nel dettaglio perché le persone si oppongono a tali tasse.
A loro parere, i cittadini sono restii a pagare delle tasse di cui non vedono con chiarezza la destinazione e oltretutto non credono che le autorità attuino dei prelievi equi.
I due docenti spiegano inoltre in che modo è possibile effettuare tale tariffazione sia per ridurre le emissioni sia per offrire vantaggi finanziari diffusi. Sarà necessaria una tassa relativamente sostenuta, dai 40 ai 70 dollari per tonnellata di biossido di carbonio nel 2020, che salirà a 70-105 dollari nel 2030.
In realtà significa solo pagare circa il 20 per cento in più per la benzina. Ma molti la accetterebbero se, sostengono gli economisti, i benefici fossero equamente distribuiti e le tasse non rallentassero significativamente l’economia.
Si impongono inoltre, sempre secondo Klenert e Mattauch altre politiche, come il sostegno alla ricerca sulle tecnologie pulite e gli standard sulle emissioni, che sarebbero passaggi fondamentali per integrare le tasse sul carbonio.
Con così tanti discorsi sulla ultima chiamata per il nostro pianeta che arriva dal cambiamento climatico e sulle richieste di porre fine al capitalismo, vale la pena ricordare che le tasse sono il passo più ovvio che avrebbe un impatto immediato. A nessuno piacciono, ma non è un motivo sufficiente per non imporle.
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