La NASA comprerà rocce lunari da società private. Dimostrare di poter raccogliere campioni lunari può valere $ 25.000.
di Neel V. Patel
La NASA ha annunciato di essere aperta a proposte di aziende private interessate a raccogliere campioni dalla luna e metterli in vendita.
Nell’ambito della nuova iniziativa, una o più società saranno invitate a lanciare una missione sulla luna per raccogliere circa 50-500 grammi di regolite lunare dalla superficie del satellite. Se le società saranno in grado di conservare il campione in un apposito contenitore e dimostrare, per mezzo di immagini e dati, non solo di averlo effettivamente raccolto sulla Luna, ma anche che è possibile riportarlo in sicurezza sulla Terra, la NASA si impegna a comprarlo per cifre tra i $15.000 e $25.000.
Una volta vagliate le proposte ricevute, la NASA pagherà alla società selezionata un primo 10% del compenso a progetto approvato, 10% al lancio della missione e il restante 80% alla consegna dei materiali raccolti. L’agenzia spaziale non ha ancora specificato come intende recuperare il campione, ma si presuppone che lo scambio possa avvenire “sul posto”, sulla Luna stessa, il che significa che le società interessate devono solo occuparsi di raggiungere il satellite. La NASA acquisirebbe la proprietà esclusiva del materiale al momento del trasferimento.
I campioni potranno originare da qualsiasi punto della superficie della Luna ed essere rocciosi, in polvere o materiale ghiacciato. L’agenzia intende realizzare questi scambi entro il 2024.
La domanda di materiale lunare tra gli scienziati è estremamente elevata. Quasi tutto il materiale lunare attualmente in possesso della NASA è stato raccolto nel corso delle missioni del programma Apollo. Nonostante l’iniziativa non possa contribuire che pochi grami di materiale alle centinaia di chilogrammi già raccolti dalle missioni Apollo, il programma potrebbe rappresentare il primo passo per stabilire una nuova pipeline per campioni lunari, in cui la NASA acquista dal settore privato invece di dedicare risorse a costruire e lanciare missioni a tal fine.
In un post pubblicato sul blog della NASA, l’amministratore della NASA Jim Bridenstine ha dichiarato che la nuova iniziativa è diretta a realizzare uno degli obiettivi del programma lunare statunitense Artemis, ovvero rafforzare la partecipazione del settore privato nell’esplorazione spaziale.
L’agenzia sta già collaborando con diversi fornitori di servizi di lancio nell’ambito del programma CLPS (Commercial Lunar Payload Services) per consegnare quasi due dozzine di carichi utili scientifici e tecnologici sulla luna giusto prima di un atterraggio con equipaggio che vorrebbe realizzare entro il 2024. La stessa missione del 2024 prevede di utilizzare hardware costruito da società private, come il lander lunarenecessario a portare gli esseri umani sulla superficie della Luna.
Il compenso di $25.000 è particolarmente misero per una missione come quella descritta. Il vero incentivo a partecipare è la possibilità di testare nuove tecnologie, potenzialmente utilizzabili in futuro per estrarre risorse come il ghiaccio d’acqua dalla Luna. La raccolta e lo stoccaggio di materiale dalla superficie lunare rappresenta anche una sfida finora mai affrontata da un’azienda privata.
È anche importante notare che molte delle ambizioni lunari degli Stati Uniti puntano alla creazione di un’industria mineraria lunare e allo sviluppo di un mercato per la vendita e l’acquisto di risorse estratte nello spazio. Bridenstine allude a questi piani nel suo post quando fa riferimento all’ordine esecutivo firmato dal presidente Trump nell’aprile 2020,in cui si incoraggia il recupero e lo sfruttamento delle risorse nello spazio.
L’ordine faceva seguito ad una legge del 2015 che delineava la posizione degli Stati Uniti autorizzando le società americane a possedere e vendere risorse estratte da corpi extraterrestri. È tuttora incorso la discussione sulla legalità di tali politiche in riferimento al Trattato sullo spazio extra-atmosferico redatto dalle Nazioni Unite nel 1967.
(lo)