Il mercato dell’Artificial Intelligence è cresciuto del 15% nel 2020 in Italia.
di Alice Maria Vivarelli
«La ripresa del nostro Paese passa anche per l’Intelligenza Artificiale: le aziende italiane lo hanno capito. Siamo solo all’inizio nello sviluppo delle sue potenzialità: i margini di applicazione sono ancora molti. Su questo fronte, da anni, portiamo il nostro contributo con soluzioni innovative e sostenibili, capaci di accelerare la digitalizzazione».
Lo dice Valeria Sandei, Amministratore Delegato di Almawave, azienda italiana leader nell’Intelligenza Artificiale e nell’analisi del linguaggio naturale, commentando i dati ufficializzati nei giorni scorsi dal Politecnico di Milano, che tramite il proprio Osservatorio Artificial Intelligence ha messo in luce la crescente propensione all’innovazione digitale del tessuto produttivo.
Nonostante l’emergenza sanitaria, infatti, nel 2020 il mercato dell’AI è cresciuto del 15% rispetto al 2019, raggiungendo il valore di 300 milioni di euro, in gran parte commissionati direttamente da imprese italiane (230 milioni).
Più della metà delle aziende medio-grandi utilizza l’Intelligenza Artificiale (53%), come evidenzia la ricerca targata Polimi, mentre il 40% sta lavorando a progetti pienamente operativi per integrarla alle proprie attività di business. L’AI, insomma, non è più un tabù.
A confermarlo, d’altra parte, sono le stesse priorità individuate per la transizione digitale del programma NextGenerationEU e gli obiettivi strategici incardinati nel Piano nazionale. Gli ambiti che godono di maggiori investimenti? Quelli legati a progetti sull’analisi dei dati, sull’interpretazione del linguaggio naturale, sull’adozione di chatbot e assistenti virtuali.
«Un ruolo strategico lo giocano senz’altro tecnologie, tecniche e competenze per estrarre valore da informazioni e dati» aggiunge Sandei, «la cui mole a livello mondiale, e a breve termine, crescerà esponenzialmente. Servono pertanto strumenti capaci di raccogliere le informazioni e fornirle agli utilizzatori nel modo più rapido ed efficace possibile. Di fatto una vera e propria rivoluzione per molte aziende, indipendentemente dall’ambito di business, così come per il comparto pubblico».
Non a caso, come segnalano i dati dell’Osservatorio, tutti i settori – trasversalmente e senza eccezioni – sono toccati da significativi investimenti in Intelligenza Artificiale. «La proposta tecnologica oggi è evoluta ed è matura, nonché parte integrante di un vero e proprio boom: anche in Italia, quindi, può e deve rappresentare un punto di ri-partenza del sistema Paese» chiude l’AD di Almawave, «questa significativa espansione, peraltro, riflette tutti i nostri settori di maggiore impegno. Vogliamo quindi confermarci sempre di più un alleato importante per affrontare sfide che, solo con gli strumenti opportuni, possono essere vinte».
Almawave stessa ha sperimentato direttamente quella crescita messa in luce dal Politecnico. Lo dimostra in particolare, in attesa dei dati economici dell’esercizio 2020, quel +32,8% di ricavi registrati nei primi 9 mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Il tutto in linea con una crescita che prosegue da tempo. Tra il 2017 e il 2019 i ricavi di Almawave sono passati infatti da 13,9 a 21,3 milioni di euro con un incremento medio composto annuo (Cagr) del 24% e un Ebitda che nello stesso triennio è salito in linea con il fatturato.
L’Intelligenza Artificiale, insomma, si propone sempre di più come leva di crescita, competitività e sostenibilità. Ed è solo l’inizio.
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