L’identità del misterioso creatore di Bitcoin on avrà importanza se la valuta digitale rimarrà spezzata.
di Will Knight
L’ombroso genio dietro la moneta crittografica Bitcoin potrebbe essersi appena svelato al mondo, ma quello che conta veramente è cosa intende fare per risolvere i problemi della sua creazione.
Craig Steven Wright, uno scienziato informatico e imprenditore australiano di 45 anni, ha annunciato di essere il creatore dei documenti e del codice originali di Bitcoin, fornendo prove consistenti (anche se non definitive) della sua paternità. In corrispondenza con questo annuncio, Gavin Andresen, che in precedenza ha guidato il progetto Bitcoin, ha incontrato Wright a Londra per confermare la sua dichiarazione.
“Dopo aver trascorso del tempo con lui, sono convinto oltre qualunque dubbio ragionevole: Craig Wright è Satoshi”, ha scritto Andresen sul suo blog.
Wright era già stato segnalato come possibile figura dietro il misterioso pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Dopo aver pubblicato, nell’ottobre 2008, un documento in cui spiegava i fondamentali di Bitcoin, Satoshi ha contribuito attivamente al progetto prima di far perdere le sue tracce nell’aprile 2011. Wright dice ora di aver finalmente deciso di farsi avanti per porre fine alle speculazioni e dissipare le critiche negative sulla sua creazione.
Il suo tempismo potrebbe rivelarsi fondamentale per il futuro di Bitcoin. Il progetto si è spezzato in due: Alcuni vorrebbero che il design e l’ethos di Bitcoin restasse invariato, anche se questo dovesse comportare alcune limitazioni. Altri, invece, vorrebbero che Bitcoin cambiasse in maniera tale da ricordare maggiormente le valute convenzionali e crescere più rapidamente.
Bitcoin, ovviamente, è cresciuto molto da quando Satoshi ha introdotto il suo primo modello. È interessante, però, come Wright abbia voluto precisare quanto lavoro sia stato portato avanti da quando ha deciso di sparire:
“State pur certi che, mentre lavoravate, anche io mi sono dato da fare. Da quei primi anni, dopo essermi distanziato dalla figura pubblica di Satoshi, mi sono impegnato a fondo con le mie ricerche. Sono rimasto in silenzio, ma non mi sono mai assentato veramente. Sono rimasto in contatto con un gruppo eccezionale e non vedo l’ora di condividere il nostro lavoro non appena saremo pronti.”
Ovviamente, non tutti sono convinti dalle rivendicazioni di Wright e, di fatto, restano alcuni importanti dubbi sulle prove che avrebbe fornito finora per avvalorarle.
Wright ha fornito testi che sembrerebbero firmati con una chiave crittografica appartenuta sì a Satoshi, ma si è rifiutato di fornire ulteriori prive, come una firma su nuovi testi o un trasferimento dei bitcoin originali di Satoshi. Nel caso voleste approfondimenti su questo mistero, potete consultare questo post di Emin Gun Sirer, un professore associato della Cornell University.
La complessità di questo argomento è tale che potremmo non sapere mai con certezza l’identità di Satoshi. Questa, però, non avrà alcuna importanza se la valuta digitale non riuscirà a salvarsi dai suoi crescenti problemi.
(MO)