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    Perchè il Texas fa causa a Google?

    Lo stato americano denuncia attività anticoncorrenziali da parte del gigante della ricerca, inclusi accordi illegali con Facebook. 

    di Neel V. Patel

    Il Texas e altri nove stati a guida repubblicana hanno intentato una causa antitrustcontro Google, sostenendo che l’azienda ha monopolizzato la pubblicità digitale, anche attraverso accordi anticoncorrenziali con Facebook. Google, sostiene la causa, non solo mette in collegamento acquirenti e venditori di annunci, ma gestisce lo scambio e manipola le regole e gli algoritmi a proprio vantaggio. Questo modo di agire rende Google “il lanciatore, il ricevitore, il battitore e l’arbitro, tutti allo stesso tempo”, ha affermato il procuratore generale del Texas nella sua comunicazione

    In che modo Google e Facebook avrebbero cospirato?

    La causa descrive accordi dietro le quinte tra Google e Facebook per manipolare le aste pubblicitarie in modo da avvantaggiare i due rivali (Il nome in codice dell’operazione è stato cancellato, anche se il “Wall Street Journal” lo ha rivelato: “Jedi Blue”). “Qualsiasi collaborazione tra due concorrenti di tale portata avrebbe dovuto far scattare il campanello d’allarme in termini di conformità antitrust”, afferma la causa. “A quanto pare, non è stato così. “Oltre a intese illegali con Facebook, i procuratori generali affermano che Google ha anche manipolato editori più piccoli e li ha ingannati sulle aste per garantire il suo dominio. 

    È vero che Google può leggere i messaggi degli utenti su WhatsApp?

    Molta attenzione è stata focalizzata su alcune accuse sostenute nella causa, in cui gli stati parlano di un accordo esclusivo tra Google e Facebook, firmato poco dopo l’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook, “che garantisce a Google l’accesso alla crittografia end-to-end di milioni di messaggi, foto, video e file audio su WhatsApp”. 

    Non è dato sapere quali prove ci siano per questa affermazione, anche se si può fare riferimento a un’integrazione WhatsApp-Google Drive che ha consentito agli utenti di WhatsApp di eseguire più facilmente il backup dei propri account su Drive. L’accusa rientra nella tesi di fondo dello stato del Texas per cui Google si preoccupava della privacy degli utenti solo quando era conveniente o rappresentava una buona pubblicità per il gigante della ricerca.

    Ci sono altre iniziative legali contro Google di recente?

    La causa in Texas fa seguito a una denuncia di ottobre del Dipartimento di Giustizia e di 11 stati repubblicani, incluso il Texas, e anticipa una citazione in giudizio del Colorado e del Nevada, che potrebbe essere presentata a brevissimo. Le denunce sono il risultato di un’indagine congiunta su Google avviata nel settembre 2019 che coinvolge 48 stati, oltre a Washington DC e Porto Rico. 

    Si tratta del classico “divide et impera”, afferma Sally Hubbard, direttrice delle strategie di applicazione dell’Open Markets Institute, un’organizzazione che difende i monopoli aziendali, “con varie iniziative legali che, a causa dei limiti delle risorse, si concentrano sui diversi aspetti delle attività di monopolizzazione di Google”. 

    La denuncia del DoJ si è concentrata più strettamente sugli accordi di Google con i produttori di dispositivi mobili e browser per rendere il suo motore di ricerca predefinito, mentre la denuncia imminente dovrebbe fare riferimento a come Google ha cambiato il suo design per dargli un vantaggio rispetto ai motori di ricerca più specializzati, come Yelp, come ha riferito “Politico” a inizio settimana. 

    Le pratiche di ricerca di Google hanno attirato per anni le lamentele dei concorrenti e l’attenzione occasionale delle autorità di regolamentazione, dal momento che l’acquisto nel 2008 della società di adtech DoubleClick ha portato al suo “cambiamento fondamentale” come intermediario – in realtà monopolista, sostiene la causa – per la pubblicità online. 

    L’attenzione, tuttavia, non ha sempre portato ad azioni legali. La situazione è cambiata notevolmente poiché i legislatori e le organizzazioni di difesa dei consumatori hanno sempre più criticato l’influenza sproporzionata della grande tecnologia sulla vita americana.  

    Cosa succederà?

    La raffica di azioni legali, comprese quelle riguardanti altri aspetti dell’attività di Google, potrebbe alla fine fare fronte unico con le denunce del DoJ. Da parte sua, Google nega ogni illecito e ha definito le affermazioni del Texas “prive di fondamento”.

    “Abbiamo investito in servizi di tecnologia pubblicitaria all’avanguardia che aiutano le aziende e avvantaggiano i consumatori”, ha affermato in un comunicato un portavoce di Google. “Ci difenderemo con forza da affermazioni infondate in tribunale”. Sarà guerra. Il Texas afferma che sta cercando di “ripristinare una concorrenza libera ed equa sui mercati”, il che implica una rottura netta con il gigante della ricerca.

    Immagine: Filip Radwanski / Sopa Images / SIPA USA

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