Il programma ha premiato 5 startup nelle aree terapeutiche del Sistema Nervoso Centrale e del Respiratorio con investimenti seed fino a 100.000 euro e la possibilità di avviare una partnership strategica con Zambon.
di OpenZone
Con l’annuncio dei vincitori si è conclusa ieri la terza edizione di Open Accelerator, l’iniziativa sostenuta da Zcube, Research Venture del gruppo Zambon, che finanzia le startup più meritevoli nell’ambito delle Scienze della Vita.
Una sfera per ridurre il tremore essenziale delle mani e permettere ai pazienti di svolgere in tranquillità le attività quotidiane; scarpe con un dispositivo integrato che monitora l’andamento motorio dei pazienti affetti dal morbo di Parkinson e fornisce al medico specialista la possibilità di aggiustare la terapia ed evitare dannose cadute; uno stetoscopio digitale collegato allo smartphone che rileva i suoni dei polmoni e prevede le esacerbazioni; un test del sangue per la diagnosi precoce della Sclerosi Multipla. Sono questi i vincitori della terza edizione di Open Accelerator che hanno ricevuto un investimento seed, la possibilità di avviare una parternship strategica con Zambon e servizi consulenziali e legali per facilitare il loro ingresso sul mercato.
“Open Accelerator è una “palestra” per allenarsi alle sfide di un mercato molto complesso e approfondire le conoscenze di tecnologie e di business necessarie alle startup innovative. Non a caso il programma si svolge in OpenZone dove la scienza incontra l’industria, dove l’innovazione e l’imprenditorialità dialogano, in breve where science oxygen business. – afferma Elena Zambon, Presidente di Zambon Spa – Questa è la rappresentazione più efficace dello spirito che ci anima: fare in modo che nuove idee e soluzioni si traducano, in tempi brevi, in realtà in grado di migliorare la cura e la qualità di vita dei pazienti, in una logica cure&care. Abbiamo focalizzato questa edizione sulle malattie neurodegenerative e respiratorie per mettere a disposizione il nostro network e le nostre competenze. È così che possiamo promuovere imprenditorialità di valore cercando di anticipare il futuro”
La call for projects internazionale, lanciata ad aprile, ha visto l’adesione di ben 78 startup provenienti da 16 Paesi diversi. 4 le aree di interesse: Drug delivery systems; Medical devices, Biomarkers and Diagnostics; Wearables e Digital Health; Big Data. 11 sono state le startup selezionate che hanno partecipato al programma di accelerazione di 12 tappe che si è svolto tra settembre e novembre con un mix di sessioni presso OpenZone, il campus scientifico alle porte di Milano, e sessioni online personalizzate secondo le esigenze di ogni singola startup.
“L’innovazione va premiata e continuamente alimentata del corretto supporto di competenze. Per questo abbiamo studiato un percorso di accelerazione su misura per ogni startup – continua Giovanni Rizzo, Chief of Innovation Division, Zcube – Nel campo delle Scienze della Vita sono tante le professionalità e le competenze che bisogna mettere insieme e in questo senso un programma come Open Accelerator assume grande importanza. Grazie al supporto di Zambon, al contributo di un network globale di mentor, collaboratori, advisor e tutor sono state offerte alle startup le conoscenze specifiche e multidisciplinari per avere successo. Una novità importante è che tre delle startup premiate avranno la possibilità di avviare una partnership strategica direttamente con Zambon”
Infatti, oltre all’investimento seed, tre startup sono state premiate con un Partnership Engagement, cioè un finanziamento Zambon per lo studio e la creazione di un business case specifico per il fit startegico tra l’azienda e la startup.
Di seguito la lista dei vincitori e gli investimenti a loro dedicati:
– Prindex: Test del sangue per la diagnosi precoce Sclerosi Multipla, non invasivo, basato su un semplice prelievo di sangue – Università Federico II, Napoli.
Investimento seed di 100mila euro;
– Vilimball: Dispositivo terapeutico a forma di sfera in grado di ridurre temporaneamente il tremore delle mani. Il paziente, semplicemente tenendolo tra le mani per pochi minuti, può ricevere sollievo da questo disturbo avendo la possibilità di svolgere attività quotidiane in tranquillità – Lithuanian University of Health Sciences, Kaunas, Lithuania.
Investimento seed di 50mila euro e Partnership Engagement di Zambon;
– Mobile Gait: Sensori di movimento per pazienti che soffrono di Parkinson integrati in scarpe ortopediche che registrano continuamente dati sull’andatura del paziente. Il neurologo riceve un rapporto giornaliero sui tempi e la gravità delle fluttuazioni motorie tramite un’app e ha, così, la possibilità di rimodulare la terapia e prevenire il rischio di cadute associato alla patologia – Universität Erlangen, Nürnberg, Germania.
Investimento seed di 50mila euro e Partnership Engagement di Zambon;
– LungPass: Stetoscopio digitale che, combinato a un’applicazione basata sul Machine Learning, permette ai pazienti che soffrono di BPCO di monitorare da remoto i suoni dai polmoni e tenere traccia delle loro condizioni per prevenire le esacerbazioni – Minsk, Bielorussia.
Investimento seed di 30mila euro e Partnership Engagement di Zambon.
Inoltre, alla camerunense Diagnos, protagonista di un fast track speciale per la progettazione di un’app che mette in contatto pazienti e specialisti da remoto, è stato riconosciuto un premio speciale di 10mila euro.
Infine, tutte le startup che hanno partecipato al programma di accelerazione avranno la possibilità di utilizzare gli spazi di OpenZone gratuitamente per un anno.
A questi riconoscimenti si aggiungono i premi dei partner dell’iniziativa:
– Generali Welion ha premiato Mobile GaitLab con un investimento di 10mila euro.
– Deloitte Italia ha premiato Mobile GaitLab con un investimento di 10mila euro, e Parkintest e Prindex con 5mila euro a testa.
– Bird&Bird offrirà 16 ore di assistenza legale a Prindex e 8 ore a testa per e Lung Pass e Spyras.
“Abbiamo progettato un test che, con un semplice prelievo del sangue, permette di effettuare una diagnosi di Sclerosi Multipla. Ciò semplificherebbe molto la vita di pazienti e specialisti perché, ad oggi, il percorso per arrivare a una diagnosi di questa patologia può durare anche 6 anni. Inoltre, grazie al test si può valutare l’andamento dei trattamenti, capire quali sono quelli che funzionano meglio su un determinato paziente e quali no e modificarloi di conseguenza – affermano Roberto Paternò e Giulia La Rosa di Prindex – L’esperienza di Open Accelerator è stata molto utile perché siamo riusciti ad aggingere alle competenze scientifiche pregresse, una preparazione di tipo manageriale e impreditoriale essenziale per far sì che un progetto come il nostro abbia successo.”
La terza edizione di Open Accelerator vanta la collaborazione di Officine Innovazione di Deloitte ed il supporto di Italian Angels for Biotech, Innogest, Premio Marzotto, Unicredit, StartLab, Studio legale Bird& Bird, Generali Welion.
Open Accelerator dà appuntamento al 2019 per la ricerca di nuove progetti e startup a cui dare supporto con l’obiettivo di migliorare la vita delle persone.
(lo)