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    Pantaloncini robotici per ridurre lo sforzo fisico

    Con i pantaloncini a carica meccanica anche una dura escursione in montagna diventa una piacevole passeggiata.

    di Will Knight

    I ricercatori dell’Università di Harvard e dell’Università del Nebraska, a Ohama, hanno presentato il prototipo di una mini exosuite dotata di un algoritmo che si adatta a ogni andatura.

    Si tratta di una soluzione particolarmente leggera, che ha le dimensioni e il look di un normale paio di pantaloncini da corsa ed è in grado di aumentare la velocità e la resistenza di chi li indossa.

    L’esoscheletro morbido si configura come un paio di pantaloncini, in cui sono integrati dei piccoli motori meccanici che possono supportare il movimento.

    E’ la dimostrazione di come questa tecnologia indossabile potrà in futuro aiutare a svolgere tutti i tipi di compiti.

    I progressi nei materiali, negli attuatori e nell’apprendimento automatico hanno portato a una nuova generazione di sistemi indossabili più leggeri, più potenti e più adattivi.

    I modelli commerciali, anche se più pesanti e ingombranti, sono già utilizzati per aiutare le persone con disabilità e i lavoratori in alcune fabbriche e magazzini.

    La nuova exosuit è realizzata con materiali morbidi che aderiscono alla vita e alle cosce e presenta un attuatore che è collocato nella parte bassa della schiena.

    La sua funzione è controllata da un algoritmo che rileva il passaggio dalla camminata alla corsa, vale a dire movimenti significativamente diversi e che richiedono una attuazione dedicata. I dettagli del sistema sono apparsi sulla rivista “Science”.

    I pantaloncini potenziati, che pesano 5 chilogrammi, riducono i consumi metabolici di una persona del 9,3 per cento quando cammina e del 4 per cento quando corre, con relativa riduzione del peso corporeo.

    “Mentre i risparmi metabolici che abbiamo riscontrato sono modesti, il nostro studio dimostra che è possibile avere un sistema robotico indossabile che ci assiste in più di una attività”, conclude Conor Walsh, un professore di Harvard che progetta esoscheletri leggeri.

    Immagine: Science

    (rp)

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