La navicella ha evitato molti pericoli imprevisti per entrare in contatto con l’asteroide, ma resta da vedere se abbia raccolto abbastanza macerie dalla superficie.
di Neel V. Patel
Alle 18:08, ora della costa orientale degli Stati Uniti, la sonda spaziale OSIRIS-REx della NASA ha terminato una discesa di quattro ore e mezza sulla superficie dell’asteroide Bennu, a 200 milioni di miglia dalla Terra. Una volta atterrata, è entrata brevemente in contatto con il terreno nel tentativo di raccogliere alcuni ciottoli rocciosi e polvere prima di volare via in sicurezza. Se la raccolta del campione ha avuto successo, lo si saprà solo in una fase successiva.
Gli asteroidi come Bennu sono capsule del tempo che hanno al loro interno gli stessi materiali, per esempio sostanze organiche e minerali idratati, che sono presenti anche in pianeti come la Terra. Lo studio approfondito di questi asteroidi potrebbe aprire la strada a nuove interpretazioni sui mondi abitabili. Ma per capire veramente l’origine e l’evoluzione di questi oggetti, dobbiamo studiarli nei laboratori terrestri. L’obiettivo principale di OSIRIS-REx è sempre stato quello di riportare un campione di Bennu in modo da poterlo esaminare più da vicino.
OSIRIS-REx è atterrato su Nightingale, un sito lungo 15 metri, a un metro dal punto di atterraggio previsto. La raccolta del campione è stata possibile attraverso un metodo “mordi e fuggi”, in cui la navicella è scesa al suolo con un grande braccio lungo circa 3 metri e largo 30 cm, stabilendo un contatto per circa sei secondi.
In questo breve periodo ha sparato azoto gassoso che ha convogliato piccole rocce e polvere in una camera di raccolta alla testa del braccio, con la maggior parte della raccolta avvenuta nei primi tre secondi. La testa stessa sembra essere stata spinta leggermente in profondità per sollevare più materiale. La navicella è poi volata indietro a una distanza di sicurezza dall’asteroide.
“Tutto è andato alla perfezione”, ha detto alla TV della NASA Dante Lauretta, il ricercatore dell’Università dell’Arizona responsabile di OSIRIS-REx. “Abbiamo superato le incredibili sfide che questo asteroide ci ha lanciato e la navicella sembra aver funzionato perfettamente”. (Si veda filmato)
La procedura è stata inizialmente complicata dal fatto che la topografia di Bennu è diversa da come si pensava una volta. Quando la NASA ha selezionato l’asteroide per lo studio, gli scienziati hanno pensato che fosse ricoperto da un materiale morbido e sabbioso come una spiaggia, invece OSIRIS-REx ha rapidamente rivelato che Bennu era una superficie rocciosa ricoperta di massi e altri pericoli che avrebbero presentato nuove sfide per la raccolta dei campioni. Fortunatamente, OSIRIS-REx è riuscita a evitare questi pericoli.
L’avventura non è ancora finita. Il movimento mordi e fuggi è andato liscio, ma non si sa ancora se OSIRIS-REx abbia effettivamente raccolto abbastanza roccia. La NASA vuole almeno 60 grammi e c’è una probabilità del 30 per cento che non sia riuscita a ottenere quella quantità. Sulla base di un’analisi preliminare, Lauretta è ottimista, dicendo che la manovra è andata “come avevamo immaginato”.
Lui e il suo team devono eseguire alcuni test per sapere con precisione quanto materiale è stato raccolto, inclusa una misurazione della massa del campione prevista a brevissimo. Il rapporto dovrebbe essere pronto entro il 26 ottobre. Se le cose andranno bene, OSIRIS-REx lascerà Bennu in primavera, per consegnare i campioni sulla Terra nel 2023. In caso contrario, la sonda ha la capacità di fare altri due tentativi di raccolta del campione.
(rp)