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    Nuovi algoritmi per contrastare i brogli elettorali

    Con la pubblicazione dei dati del censimento degli Stati Uniti del 2020, gli stati iniziano a ridefinire i distretti e i collegi uninominali, con conseguenze importanti sugli equilibri politici.

    di Siobahn Roberts

    Negli Stati Uniti, le circoscrizioni elettorali spesso assomigliano a bestiari geografici, con distretti dalle forme bizzarre che emergono da stravaganti ibridi di contee. È il disegno di queste mappe, più di ogni altra cosa, più delle leggi sulle frodi o le liste elettorali, che determina come i voti si traducono in chi viene eletto. “Si possono prendere gli stessi voti, in distretti diversi e ottenere risultati del tutto differenti”, afferma Jonathan Mattingly, un matematico della Duke University nello stato della Carolina del Nord. “La domanda è: quale mappa si deve scegliere e come deciderlo”, spiega.

    L’US Census Bureau, ogni decennio, rilascia i nuovi dati del censimento per avviare il ciclo di riorganizzazione decennale e i legislatori statali (o talvolta le commissioni nominate) disegnano nuove mappe, spostando le linee distrettuali per tenere conto dei cambiamenti demografici.

    I matematici hanno affinato nuovi algoritmi – strumenti open source, sviluppati negli ultimi anni – che rilevano e contrastano i brogli, vale a dire il modo in cui i politici manipolano le mappe e distorcono i risultati per favorire un partito politico rispetto a un altro. I repubblicani hanno dichiarato apertamente che con questo ciclo di riorganizzazione intendono iniziare un percorso per riconquistare la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti nel 2022.

    “Questo è il momento critico”, dice Moon Duchin via e-mail. Professoressa di matematica alla Tufts University, Duchin guida il Metric Geometry and Gerrymandering Group ed è coautrice di un recente articolo su un nuovo strumento chiamato GerryChain (sviluppato per la prima volta nel 2018), che è stato scaricato 20.000 volte.

    Kosuke Imai, politologo di Harvard, e il suo gruppo di ricerca, incentrato su quella che viene chiamata ALARM (Algorithm-Assisted Redistricting Methodology), stanno perfezionando un pacchetto software chiamato “redist“, per renderlo il più user-friendly possibile anche per i non specialisti. “Quest’estate ho due studenti delle superiori che lo usano per fare analisi”, dice Imai. 

    Strumenti come questi giocheranno un ruolo fondamentale nelle battaglie politiche incombenti. La matematica computazionale e l’analisi quantitativa sono destinate ad avere un impatto importante sulla riorganizzazione, fornendo uno standard oggettivo e pratico, un test algoritmico, per identificare le mappefraudolente. Idealmente, verranno utilizzati in forum pubblici e consultazioni con i legislatori che potrebbero influenzare quali collegi elettorali verranno convertiti in legge.

    Queste mappe del distretto congressuale della Carolina del Nord illustrano come la forma geometrica non sia un indicatore a prova di errore di brogli. La mappa NC 2012, con i suoi bizzarri confini distrettuali, è stata considerata dai tribunali un broglio razziale. Quella nuova, la NC 2016, sembra piuttosto diversa e addomesticata al confronto, ma è stata considerata a sua volta un broglio politico incostituzionale. L’analisi di Jonathan Mattingly della Duke e del suo team ha mostrato che le mappe del 2012 e del 2016 erano politicamente equivalenti nei loro risultati partigiani. Un esperto nominato dal tribunale ha disegnato la mappa NC 2020. Jonathan Mattingly

    Distretti a macchia di leopardo

    Il termine “gerrymander” risale al 1812, quando un distretto del Massachusetts, disegnato a vantaggio del governatore Elbridge Gerry, aveva una forma così strana da essere paragonato a una salamandra. Pertanto, “gerrymander” significa manipolare i confini distrettuali per manipolare i risultati delle elezioni.

    L’uso di computer per generare e manipolare mappe elettorali è diventato relativamente comune negli anni 1990, anche se il primo software di riorganizzazione aveva un costo proibitivo, tra i 500.000 e il milione di dollari. Ora lo standard del settore è Maptitude, prodotto da Caliper. Quando il primo pacchetto Maptitude for Redistricting è stato rilasciato, alla fine degli anni 1990, costava 2.999 dollari. Il prezzo attuale varia da 1.000 a 10.000 dollari, a seconda delle esigenze dell’utente.

    Per decenni, un maestro nell’arte della manipolazione dei distretti è stato Thomas Hofeller, scomparso nel 2018 e a lungo direttore ufficiale della riorganizzazione del Comitato Nazionale Repubblicano. Gli schemi di Gerrymandering includono tecniche di “divisione” e “raggruppamento”. La prima consiste nella diluizione dei voti per un partito tra i distretti, la seconda è mettere elettori che la pensano allo stesso modo in un singolo distretto. La città di Austin, in Texas, per esempio, è spaccata, divisa in sei distretti.

    Nel 2010, la minaccia si è materializzata con il Republicans’ Redistricting Majority Project, o REDMAP. Sono stati spesi 30 milioni di dollari per aumentare il controllo repubblicano dei seggi del Congresso e dei legislatori statali, in gran parte attraverso la determinazione dei confini dei distretti elettorali in Florida, North Carolina, Wisconsin, Michigan e Ohio. “Le vittorie nel 2010 hanno dato loro il potere di disegnare le mappe nel 2011”, afferma David Daley, autore di Ratf**ked: The True Story Behind the Secret Plan to Steal America’s Democracy.

    Il fatto che la tecnologia sia avanzata a passi da gigante dal precedente ciclo di riorganizzazione ha solo sovralimentato il risultato.  “Sono la sofisticatezza del software del computer, la velocità di elaborazione, la quantità di dati disponibili, che rendono possibile ai cartografi partigiani di perfezionare le loro mappe attraverso 60 o 70 diverse iterazioni e ottimizzare l’effetto fuorviante”.

    Come afferma Michael Li, un esperto di riorganizzazione dei distretti del Brennan Center for Justice presso la facoltà di giurisprudenza della New York University: “Quella che una volta era un’arte oscura è ora una scienza oscura”. E quando le mappe manipolate vengono implementate in un’elezione, dice, raggiungono il loro obiettivo.

    Jonathan Mattingly, professor and chair of mathematics, will go before the U.S. Supreme Court on a North Carolina gerrymandering lawsuit to show results from a computer sampling method that his team developed to tell when a map tilts too far to one party or another.

    La lente matematica

    Mattingly e il suo team della Duke sono rimasti svegli fino a tardi per scrivere codice che si aspettano produrrà una “grande vittoria, dal punto di vista algoritmico”, preparandosi per l’applicazione nella vita reale del loro ultimo strumento, che ha debuttato in un documento (attualmente in fase di revisione) con l’impegnativo titolo Multi-Scale Merge-Split Markov Chain Monte Carlo for Redistricting.

    Il progresso dal punto di vista tecnico, tuttavia, non è la priorità assoluta. Mattingly e i suoi colleghi sperano di “educare” alla causa della democrazia politici e cittadini, così come avvocati, giudici, colleghi matematici, scienziati. A luglio, Mattingly ha tenuto una conferenza pubblica con un titolo esplicito: Viene rispettata la volontà dei cittadini nel voto?

    E’ opinione condivisa che i distretti a pelle di leopardo siano sinonimo di brogli. Con la mappa del 2012 nella Carolina del Nord, i distretti congressuali erano “bestie dall’aspetto molto strano”, afferma Mattingly, che (con il suo collaboratore chiave, Greg Herschlag) ha fornito la testimonianza di esperti in alcune delle azioni legali che ne sono seguite. Nell’ultimo decennio, ci sono state sfide legali in quasi tutto il paese: Illinois, Maryland, Ohio, Pennsylvania, Wisconsin.

    “Ma la verità”, dice Mattingly, “è che fermare queste strane geometrie non porrà fine ai brogli”. Infatti, con tutti i giochi di prestigio tecnologicamente sofisticati, una mappa manipolata può rivelarsi difficile da individuare.

    Gli strumenti sviluppati contemporaneamente da un certo numero di scienziati matematici forniscono quello che viene chiamato un “test estremamente anomalo”. L’approccio di ogni ricercatore è leggermente diverso, ma il risultato è il seguente: una mappa sospettata di manipolazione viene confrontata con una vasta raccolta, o “insieme”, di mappe imparziali e neutrali. Il metodo matematico al lavoro, i cosiddetti algoritmi Monte Carlo basati sulla catena di Markov, genera un campione casuale di mappe da un universo di possibili mappe e riflette la probabilità che una determinata mappa disegnata soddisfi varie considerazioni politiche.

    Le mappe sono codificate con alcuni criteri, che variano da stato a stato, come mantenere i distretti relativamente compatti e collegati, renderli approssimativamente omogenei nella popolazione e preservare le contee, i comuni e le comunità con interessi comuni. E le mappe dei distretti devono essere conformi alla Costituzione degli Stati Uniti e al Voting Rights Act del 1965.

    Con la pubblicazione dei dati del 2020 da parte del Census Bureau, Mattingly e il suo team caricheranno il set di dati, eseguiranno il loro algoritmo e genereranno una raccolta di piani distrettuali tipici e non partigiani per la Carolina del Nord. Da questa vasta distribuzione di mappe e tenendo conto dei modelli di voto storici, discerneranno i punti di riferimento. Per esempio, valuteranno la probabilità relativa che quelle mappe determinino risultati elettorali diversi. Appare decisamente improbabile che una mappa neutrale dia ai repubblicani 10 seggi e ai democratici solo tre (come nel caso della mappa del 2012).

    “Stiamo usando la matematica computazionale per capire i possibili risultati per mappe imparziali, e quindi confrontarli con quelle esistenti”, afferma Mattingly. Una volta che le nuove mappe distrettuali saranno proposte più avanti in autunno, analizzeranno i risultati e si confronteranno con i critici, e se le mappe saranno di nuovo sospettate di essere ingannevoli, ci si lavorerà sopra di nuovo. “Non voglio solo convincere qualcuno che qualcosa non va”, dice Mattingly, “ma fornire una chiave interpretativa per leggere una mappa e trarre le proprie conclusioni”.

    Quando Mattingly ha testimoniato nel 2017 e nel 2019, analizzando due successive iterazioni delle mappe distrettuali della Carolina del Nord, la corte ha convenuto che le mappe in questione erano di parte e discriminavano i democratici. Wes Pegden, un matematico della Carnegie Mellon University, ha testimoniato usando un metodo simile in un caso della Pennsylvania; la corte ha convenuto che la mappa in questione discriminava i repubblicani.

    Quando il caso della Carolina del Nord ha raggiunto la Corte Suprema degli Stati Uniti nel 2019 (insieme a un caso del Maryland), il matematico e genetista Eric Lander, professore ad Harvard e al MIT che ora è il principale consigliere scientifico del presidente Biden, ha osservato che “la tecnologia informatica sta risolvendo il problema che ha generato”, A suo parere, si tratta di “una domanda matematica quantitativa semplice a cui c’è una risposta giusta”.

    La maggioranza dei giudici è arrivata a una conclusione differente. “I cinque giudici della Corte Suprema sono gli unici che sembravano avere problemi a vedere come funzionavano la matematica e i modelli”, afferma Li. “Lo stato e altri tribunali federali lo hanno capito in quanto non andava oltre la capacità intellettuale dei tribunali di gestire, non più di quanto non lo sia un complesso caso di discriminazione sessuale o un complesso caso di frode finanziaria. Ma cinque giudici della Corte Suprema hanno detto: ‘E’ troppo difficile per noi’. E hanno aggiunto: ‘Il problema deve essere risolto dal Congresso”.

    Un passaggio importante

    Per come la vede Daley, la decisione della Corte Suprema dà ai legislatori statali “un via libera e nessun limite di tempo quando si tratta del tipo di mappe manipolate”. Allo stesso tempo, dice, “la tecnologia è migliorata fino a un punto tale che ora possiamo usarla per vedere quali sono le finalità dei legislatori”.

    I recenti cambiamenti nel software Maptitude for Redistricting mirano anche a prevenire i brogli. L’ultima versione, rilasciata agli utenti alla fine di luglio, include il metodo dell’ensemble, nonché metriche che misurano il “fracking” (il frazionamento di unità geografiche come le contee) e la contiguità degli spostamenti (il viaggio dovrebbe essere possibile da un luogo a un altro all’interno del distretto, senza doverne uscire). E c’è un nuovo prodotto chiamato Maptitude Online Redistricting che permette al pubblico di vedere e valutare i piani e proporne di propri.

    “In passato è stato molto difficile per le persone reagire a questa situazione”, dice Li. Ma ora possono prendere una mappa, collegarla a un computer e valutare in pochi minuti se la mappa è accettabile o manipolatoria. Democratizzare la tecnologia, mettendo gli strumenti di calcolo nelle mani dei cittadini, potrebbe offrire la più grande opportunità per contrastare la minaccia del brogli. “Ma il mondo della politica ne terrà conto?” si chiede Daley. “Sarà molto difficile che lo faccia”, conclude.

    Immagine di: Alexander Glandien

    (rp)

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