Lo scandalo di Facebook e Cambridge Analytica ha destato uno sdegno di massa. Eppure, a confronto con Google, Facebook è un pesce piccolo.
di Jamie Condliffe
Lo scandalo di Cambridge Analytica ha concentrato gli sguardi di tutto il mondo su Facebook e sulle sue pratiche per il rispetto della privacy; alcune persone, però, stanno cominciando a chiedersi se Google non rappresenti una minaccia ancora peggiore.
Un’abbuffata di dati: Sul Wall Street Journal, Christopher Mims spiega come Google raccolga i dati dei suoi utenti – attraverso app, traffico online, ed altro ancora – proprio come Facebook. Spiega anche come la società, al pari di Facebook, sfrutti questi dati per vendere pubblicità e presenti termini di servizio di ardua comprensione per confondere gli utenti sui loro effettivi diritti.
Un pesce più grosso: “Google, sotto ciascun aspetto, raccoglie molti più dati rispetto a Facebook”, ha detto a Bloomberg David Chavern, presidente della News Media Alliance. Google controlla intorno al 40 percento delle inserzioni digitali negli Stati Uniti; Facebook il 20 percento.
Perché non ci si interroga sulle pratiche di Google? Lo scandalo di Facebook è legato a interferenze nelle elezioni presidenziali e alla condivisione di dati con terze parti; particolari che hanno scatenato una indignazione di massa. Oltretutto, scrive Maya Kosoff su Vanity Fair, “La complessità di Google … potrebbe agire da scudo contro ulteriori scrutini, almeno per ora”.
Google potrebbe facilmente restare coinvolta in uno scandalo come quello che ha travolto Facebook. Qualunque normativa posta a supervisione di Zuckerberg e Co interesserà probabilmente anche Google, per cui potremmo non dover rivivere le vicende che si sono susseguite nell’ultimo mese.
(MO)