Gli sms sono ampiamente utilizzati in politica perché sono molto efficaci, difficili da controllare e ottimi per diffondere disinformazione.
di Tate Ryan Mosley
La scorsa settimana, l’Oklahoma State Election Board ha emesso un avvertimento su un messaggio di testo fraudolento che affermava che c’erano state modifiche ai seggi elettorali. Il numero di telefono da cui proveniva il messaggio era di un servizio di escort maschili. Non è una novità. Nel 2018, due settimane prima del termine di metà mandato, la contea di Monroe nel Michigan ha messo in guardia dai testi che affermavano falsamente che i voti per corrispondenza di molti elettori rimanevano “in sospeso”.
Alcuni dei testi provenivano da “Pres. Trump”e sono stati inviati da quello che sembrava essere un sito ufficiale repubblicano. Nel 2016, i gruppi di protezione degli elettori del Minnesota hanno riferito di messaggi rivolti alle comunità somale che dicevano loro di inviare un messaggio del loro voto. Nel complesso, si stima che entro martedì prossimo gli elettori negli Stati Uniti avranno ricevuto quasi 3 miliardi di messaggi a sfondo politico.
Con poco più di 234 milioni di elettori idonei, la maggior parte degli americani ne ha ricevuti un buon numero e chi vive negli stati oscillanti o nei gruppi di voto cardine viene colpito da un flusso costante. I dati sono piuttosto scarsi, ma i testi politici non erano così popolari durante le ultime elezioni presidenziali. Negli ultimi quattro anni è stata sviluppata una nuova classe di strumenti che consentono di inviare messaggi di testo personalizzati e mirati a sfruttare le lacune nelle leggi sulla comunicazione e sulla divulgazione.
Sebbene sia facile presumere che i testi siano fastidiosi e abbastanza inutili, una nuova ricerca del Center for Media Engagement dell’Università del Texas, a Austin, dipinge un quadro molto più oscuro, che fa luce sulla tendenza. La natura degli sms peer-to-peer (P2P) li rende “pronti a portare i messaggi politici a livelli ancora più elevati di intimità ed efficacia e, decisamente l’aspetto più inquietante, li rende di fatto impossibili da verificare da parte di estranei”, afferma lo studio.
Disinformazione automatizzata e personalizzata
Il giorno delle elezioni primarie della Florida ad agosto, i residenti del diciannovesimo distretto del Congresso hanno ricevuto messaggi di testo che affermavano falsamente che Byron Donalds, un candidato repubblicano alla Camera dei rappresentanti alle elezioni primarie, aveva abbandonato le elzioni. Il messaggio di testo conteneva uno screenshot di Donalds e della sua famiglia con un titolo falso sull’interruzione della sua campagna.
Il comitato elettorale di Donalds ha dato la colpa a un repubblicano avversario, che aveva assunto un consulente politico conservatore che era stato accusato di una tattica simile quando aveva lavorato per la campagna presidenziale di Ted Cruz del 2016. Lo studio ha scoperto che, anche se entrambe le parti politiche utilizzano varie forme di messaggistica peer-to-peer per contattare potenziali elettori, le campagne di disinformazione identificate dai ricercatori provenivano da operatori di destra, come nel caso di Donalds.
Il motivo per cui alcuni si affidano a queste tattiche è semplice: usare messaggi di testo per trasmettere informazioni, vere o false, è molto efficace. I testi politici vengono aperti ovunque dal 70 al 98 per cento delle volte, il che è significativamente più alto dei tassi di apertura delle e-mail o delle risposte alle telefonate.
Lo studio ha mostrato che i gruppi politici intendono effettivamente dialogare con gli utenti tramite testo, in cui le risposte possono essere utilizzate per costruire un profilo della persona ancora più ricco di dati. Ha anche sottolineato che il rilevamento di messaggi di disinformazione si basa esclusivamente sui destinatari che segnalano i testi ai canali ufficiali e che il monitoraggio indipendente delle informazioni inviate tramite testo è quasi impossibile.
Quella che inizialmente sembra essere una comunicazione uno-a-uno può in realtà essere uno-a-molti. Importanti società di sms come GetThru, Hustle, Opn Sesame e Rumbleup hanno creato funzioni che consentono alle campagne di inviare un gran numero di testi che sembrano essere personalizzati.
Manda un messaggio ai tuoi amici
Una sfumatura importante della messaggistica diretta è l’intimità e la fiducia incorporate. Entrambe le campagne di Biden e Trump hanno sviluppato app che richiedono l’accesso ai contatti dell’utente e il loro obiettivo è comprendere questa rete di relazioni per promuovere informazioni sul loro candidato. La campagna di Biden fornisce agli utenti della loro app Vote Joe uno script che possono modificare per inviare messaggi ai propri contatti, per esempio. Il risultato è una rete di micro-influencer che possono utilizzare il linguaggio e le priorità create dalla campagna per persuadere amici e famiglie.
Il rapporto afferma che la combinazione di messaggi di testo, rete relazionale e campagne incentrate sui dati crea “messaggi su larga scala e altamente organizzati da una fonte che è in grado di sfruttare il rapporto stabilito con gli obiettivi previsti in modi che sono pronti a diventare sempre più invasivi”.
La scappatoia legale
I messaggi di testo attualmente sfruttano una scappatoia con la Commissione elettorale federale, il che significa che non devono essere inviati esplicitando il mittente. La fonte dei testi può essere ulteriormente oscurata quando i numeri utilizzati appartengono a società di sms o subappaltatori, piuttosto che fare riferimento al partito sponsor. Ma questo, secondo il rapporto, si basa su una definizione obsoleta di sms che presume che i testi siano a basso volume e vengano inviati tra individui, piuttosto che ad alto volume da aziende o organizzazioni.
La buona notizia è che è prevista una regolamentazione su come i gruppi politici possono utilizzare questo tipo di messaggi. La cattiva notizia è che i gruppi politici stanno già pianificando un modo per aggirare il giro di vite sperimentando le notifiche push, utilizzando i pass Wallet, i sistemi per l’archiviazione di risorse digitali come biglietti per concerti o aerei preinstallati in molti smartphone. L o studio afferma che “il Wallet Pass è un tentativo evidente di anticipare le normative e mantenere una continuità di influenza e accesso diretto ai telefoni delle persone”.
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