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    Negli Stati Uniti al via la terza dose, ma i dubbi rimangono

    La politica del CDC si allinea con quella della FDA e raccomanda una dose di richiamo del vaccino di Pfizer per milioni di americani più anziani o altrimenti vulnerabili, nonostante i dubbi sull’utilità delle dosi extra per rallentare la pandemia.

    di Charlotte Jee

    La Casa Bianca inizierà oggi la sua campagna di richiamo, dopo che Rochelle Walensky, la direttrice dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, si è schierata a favore della raccomandazione di terze dosi del vaccino Pfizer-BioNTech per i lavoratori in prima linea malgrado il parere opposto dei consulenti dell’agenzia.

    Ci sono tre gruppi di americani ora considerati idonei per la terza dose: quelli di 65 anni e più, alcuni adulti con condizioni di salute pregresse e persone a più alto rischio di esposizione a causa del loro lavoro. Il comitato consultivo del CDC aveva raccomandato solo dosi di richiamo per le prime due categorie, ma Walensky non era d’accordo e ha aggiunto la terza, sostenendo che la sua decisione è in linea con le indicazioni della FDA pubblicate all’inizio di questa settimana.

    La nuova somministrazione dovrebbe arrivare almeno sei mesi dopo la seconda dose, ha raccomandato il CDC, che deve ancora valutare i vaccini Moderna o Johnson & Johnson, anche se queste decisioni dovrebbero arrivare presto. L’amministrazione Biden si è dimostrata entusiasta di offrire la terza dose a una popolazione il più ampia possibile, con piani elaborati per tutti gli americani di età superiore ai 16 anni, ma ci sono poche prove scientifiche a sostegno di una tale mossa. 

    Nonostante alcune prove che l’immunità diminuisca nel tempo, i vaccini sembrano ancora efficaci nell’evitare ricoveri e conseguenze fatali. Più di 2 milioni di americani immunocompromessi hanno già ricevuto un richiamo.

    La decisione di una terza dose ha creato divisioni. Un gruppo di scienziati di spicco, tra cui esperti della FDA e dell’OMS, ha pubblicato pochi giorni fa una recensione su
    The Lancet” in cui si sostiene che i richiami non sono necessari poiché i vaccini sono ancora molto efficaci nel prevenire forme di malattia gravi e mortali. 

    Inoltre, dicono, le forniture di vaccini potrebbero salvare più vite se utilizzate per le persone non vaccinate. Per questa ragione, l’OMS ha supplicato i paesi ricchi di smettere di distribuirli fino a quando una parte maggiore del mondo non sarà vaccinata.

    Gli Stati Uniti si uniscono a Regno Unito, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania e Israele, che hanno lanciato a loro volta programmi di richiamo. Nel Regno Unito, per esempio, sta per iniziare la somministrazione della terza dose per tutti gli over 50 dopo che i funzionari hanno dato il via libera la scorsa settimana. Nel frattempo, meno del 4 per cento della popolazione africana è completamente vaccinata, rispetto al 70 per cento degli adulti nella UE. 

    Da due settimane, gli Stati Uniti sono fermi al 55 per cento. Pochi giorni fa,, il presidente Biden ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero acquistato altri 500 milioni di dosi di vaccino da distribuire in altre parti del mondo, portando il loro impegno totale a oltre 1 miliardo.

    E’ probabile che milioni di americani cercheranno di ottenere una terza dose. Un sondaggio YouGov di questa estate ha rilevato che tre americani vaccinati su cinque ne accetterebbero una, se disponibile. Data la natura caotica del lancio del vaccino negli Stati Uniti, sarà difficile impedire alle persone di trovare un sistema per avere una terza dose, anche se non possiedono i requisiti richiesti. 

    (rp)

    foto: Aurthur Sudduth si prepara a ricevere una dose di vaccino di richiamo per il covid dall’infermiera registrata Darlene Klacik all’Allegheny General Hospital nel North Side di Pittsburgh giovedì 23 settembre 2021.Steve Mellon / Pittsburgh Post-Gazette via AP

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