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    Marvin Minsky riflette su una vita trascorsa a ricercare l’Intelligenza Artificiale

    Uno dei padri fondatori dell’intelligenza artificiale parla delle grandi scoperte fatti nei suoi primi anni.

    di Will Knight

    Marvin Minsky è uno dei padri fondatori dell’intelligenza artificiale, e nel corso degli ultimi 60 anni ha dato un contributo in chiave matematica, di robotica, computer grafica, ‘machine perception’, e apprendimento automatico.

    Ho avuto la fortuna di essere invitato per incontrarmi di recente con lui nella sua casa di Brookline, nel Massachusetts, e ho portato con me un cameraman per catturare la conversazione (vedi videoclip).

    È stata un’esperienza affascinante, un po’ surreale. Dopo tutto, è raro incontrare qualcuno il cui nome figurava assieme a quello di John von Neumann, Claude Shannon, e Albert Einstein. E nonostante sia malato da un paio di anni, Minsky, a 88, non ha perso il suo senso dell’umorismo giocoso.

    È stato anche affascinante, perché l’intelligenza artificiale ha avuto una notevole rinascita negli ultimi anni, grazie soprattutto ai progressi nel simulare il processo attraverso il quale neuroni e sinapsi consentono al cervello di imparare.

    Minsky ha avuto una grande influenza sullo stato di avanzamento del campo verso questa nuova alba. Ma ha detto chiaramente che negli ultimi dieci anni non ci sono stati più progressi rilevanti al di là della dimensione e della velocità dei computer.

    Nel 1951, mentre studiava matematica a Princeton, ha costruito la prima macchina di apprendimento, una rete neurale artificiale costituita da tubi a vuoto chiamata “Stochastic Neurale Analogic Reinforced Computer”, o SNARC. Poco dopo, ha rivolto la sua attenzione verso la manipolazione della logica e dei simboli che usano il computer, lavoro che avrebbe guidato il suo lavoro più tardi sull’intelligenza artificiale.

    Nel 1959, assieme allo scienziato informatico John McCarthy, Minsky ha fondato il Laboratorio di Intelligenza Artificiale del MIT. Nel 1960, ha tentato di modellare la percezione umana e l’intelligenza utilizzando i primi robot.

    Le idee di Minsky hanno fondamentalmente influenzato la scienza cognitiva e l’intelligenza artificiale, ed hanno cercato di svelare gli aspetti dell’intelligenza umana in diversi libri, tra cui “The Society of Mind” and “The Machine Emotion”.

    Nel corso della sua carriera, Minsky ha cercato di costruire computer in grado di eseguire più di un semplice calcolo, e forse la sua eredità più duratura sarà l’incoraggiamento di altri a credere che l’intelligenza può infatti nascere nelle macchine.

    Ma come dice nel video qui allegato, nei primi decenni della AI c’era una scoperta importante ogni due o tre giorni, ora, forse ogni due o tre anni…… molto poco perché negli ultimi 10 anni si cercano miglioramenti di sistemi non buoni per metterli in commercio …. Bisogna smetterla con i tentativi di commercializzare progetti basai su idee prive di novità … servono un grande numero di nuovi ‘iniziatori’ e bisognerebbe lasciar perdere gli “esperti”.

    (MO)

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