L’attuale white paper dell’Unione europea riconosce che l’intelligenza artificiale potrebbe “condurre a violazioni dei diritti fondamentali”, come nei casi di repressione del dissenso e della mancanza di privacy.
di Angela Chen
Le linee guida suggeriscono che l’IA risponda ai seguenti requisiti: sia “addestrata” su dati affidabili, richieda alle aziende di conservare una documentazione dettagliata sul suo sviluppo, si spieghi ai cittadini quando stanno interagendo con l’intelligenza artificiale e ci sia un controllo umano dei sistemi di IA.
I nuovi criteri sono molto più sfumati di quelli indicati in una versione del libro bianco trapelata a gennaio. Il precedente progetto parlava di una moratoria sul riconoscimento facciale negli spazi pubblici per cinque anni, mentre questo richiede solo un “ampio dibattito europeo” sulla politica di riconoscimento facciale.
Michael Veale, docente di politica digitale presso l’University College di Londra, osserva che la commissione spesso assume posizioni più estreme nelle prime bozze come tattica politica, quindi non sorprende che il documento ufficiale non suggerisca una moratoria. A suo parere, tuttavia, il documento è deludente in quanto si adegua a un rapporto di un gruppo di esperti di alto livello sull’intelligenza artificiale, che è stato considerato “decisamente condizionato dal mondo industriale”.
Nel frattempo, le linee guida del documento per l’IA si applicano solo a quelle che vengono considerate le tecnologie “ad alto rischio”, afferma Frederike Kaltheuner, un esperto di politiche tecnologiche di Mozilla. L ‘”alto rischio” può includere determinati settori, come l’assistenza sanitaria, o alcune tecnologie particolari, come la sorveglianza biometrica.
Ma le indicazioni non si applicherebbero alla tecnologia pubblicitaria o alla privacy dei consumatori che, secondo Kaltheneur, meriterebbero un serio approfondimento in quanto sono rimasti fuori dai temi affrontati dal GDPR.
Il white paper è solo una serie di linee guida. La Commissione europea inizierà a elaborare proposte di legge basate su tali proposte alla fine del 2020.
Oggi l’UE ha anche pubblicato un documento sulla “Strategia europea dei dati” che propone la creazione di uno “spazio unico europeo dei dati”, ovvero un gigante europeo dei dati per sfidare i colossi tecnologici della Silicon Valley.
(rp)