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    L’ossessione per il riconoscimento visivo dimostra la natura distorta del boom delle IA

    Un nuovo rapporto globale sui brevetti e sulle pubblicazioni relativi alle IA dipinge un interessante quadro del boom in corso e delle sue asimmetrie commerciali.

    di Will Knight

    Il rapporto (pdf), pubblicato dalla World Intellectual Property Organization, mette in evidenza il fatto che, dagli anni ’50, quando il campo delle IA fu costituito, sono state brevettate 340,000 invenzioni e pubblicati più di 1.6 milioni di studi connessi alle IA. Negli ultimi 5 anni c’è stato un boom di interesse per l’argomento, Cina e USA in testa. La IBM risulta la società detentrice del maggior numero di brevetti.

    I numeri dimostrano anche l’attenzione spropositata diretta ad una specifica funzione delle IA. Circa il 49%  dei brevetti relativi ad IA hanno a che fare con la funzione visiva e il numero cresce del 24% di anno in anno. Il dato non sorprende quando si prende in considerazione il fatto che il recente boom è stato alimentato dal deep learning, il processo di apprendimento automatico che si è dimostrato particolarmente efficace nel riconoscere le immagini.

    Deep learning e riconoscimento visivo potrebbero avere un profondo impatto in molti settori commerciali: nel campo dell’imaging medicale, della guida autonoma, della sorveglianza, per nominarne alcuni. I dati dimostrano, però, che l’IA non sta trasformando ogni settore industriale.

    Secondo il WIPO, il più significativo aumento di brevetti degli anni recenti ha a che fare con l’applicazione delle IA alla robotica. Il dato riflette, in parte, il neo-nato interesse dei produttori di robot per la produzione di macchine intelligenti, ma è anche un primo segno di come l’apprendimento automatico potrebbe rivoluzionare il modo in cui i robot impareranno ad eseguire compiti ancora manuali.

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