Secondo un articolo del “Financial Times”, un team di ricercatori di Google guidato da John Martinis ha dimostrato per la prima volta la supremazia quantistica, vale a dire la capacità di un computer quantistico di eseguire compiti che un computer classico non può svolgere.
di Martin Giles
Teoricamente, un computer quantistico è in grado di svolgere un compito che va oltre la portata del supercomputer convenzionale più potente. La comunicazione che la supremazia quantistica era stata raggiunta è apparsa per la prima volta in un articolo che è stato pubblicato su un sito Web della NASA, ma la notizia non è mai stata confermata.
L’anno scorso Google ha infatti raggiunto un accordo per utilizzare i supercomputer in accordo con la NASA per definire i parametri di riferimento per i suoi esperimenti di supremazia.
Secondo l’articolo del “Financial Times”, il processore quantistico di Google è stato in grado di eseguire un calcolo in tre minuti e 20 secondi, contro i circa 10.000 anni che impiegherebbe a farlo il supercomputer più avanzato di oggi, noto come Summit.
Nel documento, i ricercatori hanno affermato che, per quanto a loro conoscenza, l’esperimento “segna il primo calcolo che può essere eseguito solo su un processore quantistico”.
Le macchine quantistiche sono così potenti perché sfruttano bit quantistici o qubit. A differenza dei bit classici, che sono 1 o 0, i qubit possono trovarsi in una sorta di combinazione di entrambi contemporaneamente.
Grazie ad altri fenomeni quantistici, questi computer possono analizzare in parallelo grandi quantità di dati che le macchine convenzionali devono affrontare in sequenza. Gli scienziati hanno lavorato per anni per dimostrare che questo tipo di computer possono decisamente superare in prestazioni quelle convenzionali.
In un incontro sull’informatica quantistica alla conferenza EmTech del MIT Technology Review, a Cambridge, nel Massachusetts, la settimana prima che si sapesse del documento di Google, Will Oliver, un professore del MIT esperto di quantistica, ha paragonato la conquista della supremazia quantistica al primo volo sul Kitty Hawk dei fratelli Wright.
A suo parere, la supremazia darebbe ulteriore impulso alla ricerca sul campo e aiuterebbe i computer quantistici a mantenere le promesse più rapidamente. La loro immensa potenza di elaborazione potrebbe in definitiva aiutare i ricercatori e le aziende a scoprire nuovi farmaci e materiali, creare catene di approvvigionamento più efficienti e fare da acceleratore allo sviluppo dell’IA.
Non è chiaro, comunque, a quale compito stia lavorando il computer quantistico di Google, ma è probabile che sia limitato. In un commento inviato tramite e-mail a “MIT Technology Review”, Dario Gil di IBM, che sta a sua volta lavorando su computer quantistici, afferma che un esperimento probabilmente dedicato a un particolare problema di campionamento quantistico non significa che questo tipo di macchine abbiano conseguito la supremazia.
“In realtà i computer quantistici non avranno la supremazia su quelli classici”, afferma Gil, “ma lavoreranno in concerto con loro, poiché ognuno ha i suoi punti di forza specifici”. Per molti problemi, i computer classici rimarranno lo strumento migliore da usare.
I computer quantistici sono ancora molto lontani dall’essere pronti per l’uso corrente. Le macchine sono notoriamente soggette a errori, perché anche il minimo cambiamento di temperatura o la minima vibrazione possono distruggere il delicato stato dei qubit.
I ricercatori stanno lavorando a macchine più facili da costruire e alcuni computer sono disponibili sul cloud. Ma potrebbero passare ancora molti anni prima che i computer quantistici, come quelli tradizionali già fanno, siano in grado di affrontare una vasta gamma di compiti.
Immagine: Rete computer quantistica Pixabay
(rp)