Un produttore giapponese di turbine a gas e un proprietario statunitense di caverne saline si sono uniti per sviluppare quello che potrebbe diventare uno dei più grandi progetti di stoccaggio di energia al mondo, basandosi sull’idrogeno e sull’aria compressa immagazzinata profondamente sottoterra.
di James Temple
Il progetto avanzato di accumulazione di energia pulita da un gigawatt, la cui realizzazione è prevista nella contea di Millard, nello Utah, si baserebbe su una combinazione di quattro diverse tecnologie: idrogeno, aria compressa, batterie di flusso e un tipo particolare di cella a combustibile.
Mitsubishi Hitachi Power Systems di Tokyo ha sviluppato una tecnologia a turbina a gas che genera elettricità da una miscela di gas naturale e idrogeno e sta lavorando a turbine che funzionano completamente a idrogeno. Il suo partner sul progetto, Magnum Development, gestisce miniere di sale negli Stati Uniti occidentali che conservano gas naturale liquido, come propano e butano. Ma sta esplorando anche la possibilità di utilizzare le caverne per immagazzinare idrogeno o energia sotto forma di aria compressa.
La cruciale promessa a lungo termine è quella di trovare soluzioni per aggiungere grandi quantità di energia a basso costo alle reti elettriche, nella misura in cui fonti rinnovabili pulite, ma intermittenti come l’eolico e il solare dovranno produrre una quota crescente della generazione totale. Ma oggi lo stoccaggio è limitato dai prezzi elevati e dalla durata limitata delle batterie, nonché dai vincoli geologici e ambientali su opzioni più economiche come il pompaggio di acqua per produrre energia idroelettrica.
Un numero crescente di ricercatori ritiene che l’idrogeno possa eventualmente svolgere un ruolo importante nello stoccaggio dell’energia su larga scala. Si spera che un’eccedenza di elettricità rinnovabile a basso costo possa venire utilizzata per pilotare un processo di “elettrolisi” che divide l’acqua in ossigeno e idrogeno. Tuttavia attualmente, tra le altre sfide, gli elettrolizzatori sono piuttosto costosi e l’idrogeno può risultare difficile da trasportare, L’eccesso di energia solare o eolica potrebbe venire utilizzato anche per comprimere l’aria nelle caverne sotterranee. A sua volta, l’aria compressa può venire rilasciata per generare elettricità. Solo poche operazioni di questo tipo sono state sviluppate, poiché sono progetti ad alta intensità di capitale, che si possono realizzare solo dove esistono caverne vuote con le opportune strutture geologiche.
È comunque probabile che la necessità di tali strumenti diventi più pressante, ed economicamente più promettente, mano a mano che aumentano i livelli delle rinnovabili e i requisiti di energia pulita diventano più rigorosi.
Per altro, alcuni esperti hanno sollevato dubbi sulla fattibilità del progetto, data l’attuale regime economico di queste tecnologie, nessuna delle quali è ampiamente utilizzata come opzione di stoccaggio della rete. Inoltre, l’annuncio non identifica i clienti, o fonti di finanziamento pubblico o privato, affermando solo che «ulteriori partner strategici e finanziari saranno invitati a partecipare» nelle settimane e nei mesi a venire.
Magnum è stato anche partner di un progetto da 8 miliardi di dollari proposto nel 2014 per inviare la energia generata dal vento del Wyoming in California, facendo affidamento sull’accumulazione nelle caverne dil sale dello Utah, lungo il percorso. Ma quel progetto è “sospeso” perché non ha trovato un solo cliente, secondo il sito web del partner Duke American Transmission.
Immagine: Il deserto dello Utah
(GV)