La prossima grande innovazione che investirà le Poste Italiane è pensata per preparare la società alle sfide e alle opportunità presentate dall’economia digitale.
di Alessandro Ovi
Entrando nel quartier generale delle Poste Italiane salta agli occhi una novità: la scritta “Campus tecnologico innovazione e servizi”.
La parola Servizi riporta alla gloriosa storia dei postini, ben rappresentata da un poster in una sala d’attesa del sesto piano che dice: “Portiamo coraggio” sotto l’immagine di un soldato del 15-18 che legge una lettera abbracciato dalla eterea immagine di una donna.
La parole Innovazione sorprende un po’, ma è la logica conseguenza di due realtà: La prima, che, in autunno, è in arrivo l’IPO (quotazione in borsa) di Poste Italiane, che certamente trarrà un grande valore dalla trasformazione dell’azienda verso servizi sempre più avanzati; La seconda è la figura del suo Amministratore Delegato, Francesco Caio.
Negroponte mi ha sempre citato come pilastri dell’innovatore le tre T: Talento, Trasgressione e Tolleranza. Credo che Caio le abbia tutte.
In varie sedi dal Convegno Between di Capri dell’Ottobre 2014 sulla digitalizzazione dei servizi, fino alla recente audizione alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, Caio ha sempre sostenuto che la trasformazione di Poste è funzionale all’allargamento dell’economia digitale del Paese e quindi la sua strategia si basa su innovazioni profonde: logistica efficiente a supporto dell’e-commerce, sfruttamento della leva dei pagamenti digitali e gestione del risparmio verso investimenti che aiutino l’economia a crescere.
Accanto a questi obiettivi, Poste Italiane lavora per aiutare tutti, in particolar modo le fasce più deboli, ad affrontare i cambiamenti tecnologici dell’era moderna in un modo semplice e rapido. Nelle principali città italiane sarà attivo per tutti i cittadini un collegamento Wi-FI gratis, facile e veloce, alla rete internet. Un progetto che dovrebbe raggiungere, entro la fine dell’anno, 900 uffici postali italiani ed entro i prossimi tre anni tutti gli uffici postali rimanenti.
Uno dei punti di forza, dal punto di vista della Innovazione, è per Poste Italiane diventare il trasportatore fisico efficiente di quella transizione verso l’e-commerce cui le imprese (e le famiglie) italiane sono chiamate da una rivoluzione digitale inevitabile.
La corrispondenza tradizionale è in forte declino, ma quello dei pacchi è un business in netta crescita per la diffusione, anche in Italia crescente, delle vendite via Internet. L’opportunità è rilevante: Royal Mail, ad esempio, controlla il 50% del mercato e Poste Italiane solo il 15%.
Un altro punto di forza è quello dei pagamenti: Poste Pay rappresenta già il 25% dei pagamenti online in Italia ed è compito di Poste Italiane aiutare le imprese a fare evolvere i loro sistemi di pagamento senza caricare sulle loro spalle i costi di una digitalizzazione complessa.
È immediato rendersi conto, pertanto, quanto la parola innovazione diventi pregnante di tutto il progetto che porta Poste Italiane alla quotazione in borsa.
Infine la parola ‘Campus’, che richiede una riflessione in più.
Averla messa in bella evidenza, all’ingresso della Direzione, indica una consapevolezza precisa che per attuare questi livelli di innovazione la tecnologia da sola non basta, ma serve una cultura diffusa che, se non c’è va creata. Credo Caio lo sappia bene…. 8.000 assunzioni di cui il 50% tra giovani laureati e nuove professionalità. 3 milioni di ore di formazione speciali, forse un migliaio di uffici postali chiusi, sono cambiamenti ciclopici che portano alla attenzione il problema dell’impatto della economia digitale sulla occupazione.
Come hanno recentemente scritto in una lettera aperta, da noi pubblicata (vedi “Lettera aperta sull’economia digitale“), Brynjonlfsson e McAfee, del MIT, assieme ad atri 14 tra i principali tecnologi, economisti ed investitori, la rivoluzione digitale sta offrendo un insieme senza precedenti di strumenti con cui alimentare la crescita e la produttività e migliorare il mondo. La creazione di una società basata sulla prosperità condivisa, però, sarà solamente possibile se aggiorneremo organizzazioni e ricerca per cogliere le opportunità e superare le sfide che questi stessi strumenti stanno ponendo.
Questo è il grande passaggio che dietro la parola ‘Campus’ crediamo Caio stia preparando per le Poste Italiane.