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    Le emissioni giù solo del 4 per cento quest’anno

    Le politiche globali per arrestare la diffusione del coronavirus hanno bloccato gran parte dell’economia, diminuendo solo in parte le emissioni di carbonio, che probabilmente rimbalzeranno quando l’epidemia di coronavirus sarà sotto controllo.

    di James Temple

    Il PIL cinese potrebbe precipitare del 40 per cento nei primi tre mesi dell’anno (su base annua destagionalizzata). Il PIL degli Stati Uniti potrebbe scendere dal 30 al 50 per cento entro l’estate. E la produzione economica britannica potrebbe ridursi del 25 per cento in questo trimestre. La speranza è che le economie si riprendano più avanti nel corso dell’anno mentre la pandemia si ritira, ma è probabile che la produzione annuale continui a diminuire in molte nazioni. Secondo una stima di PIMCO, il PIL statunitense, per esempio, potrebbe scendere di circa il 5 per cento.

    Quali sono le ricadute in termini di emissioni climatiche globali? Forse un calo intorno al 4 per cento nel 2020, secondo un rapporto di CarbonBrief, basato su un’analisi di set di dati che rappresentano circa i tre quarti delle emissioni mondiali.

    Sarebbe il calo annuale più grande rispetto a quanto provocato dalle precedenti recessioni economiche o da una guerra, scrive Simon Evans, vicedirettore del sito web che si occupa di cambiamenti climatici. Ma una percentuale così modesta sottolinea ancora quanto sia enorme e impegnativo il lavoro che il mondo deve affrontare nel ridurre velocemente le emissioni.

    Per prevenire il riscaldamento di 1,5 °C, il mondo dovrebbe ridurre le emissioni del 6 per cento ogni anno per il prossimo decennio. In altre parole, anche dopo aver chiuso gran parte dell’economia per mesi, compresi il commercio globale, i viaggi e l’edilizia, quest’anno le nazioni potrebbero non ridurre l’inquinamento climatico abbastanza da essere sulla buona strada per prevenire quel pericoloso livello di riscaldamento.

    E le emissioni rimbalzeranno quasi sicuramente non appena le economie torneranno in carreggiata, come è accaduto sulla scia delle precedenti recessioni. In effetti, la Cina è già vicina al ritorno alla normalità, pochi mesi dopo lo scoppio dell’epidemia.

    CarbonBrief sottolinea che il dato del 4 per cento è una stima approssimativa basata su dati limitati e soggetto a modifiche a seconda di come si manifesta l’epidemia e di come reagiscono le economie nelle settimane e nei mesi a venire. La relazione tra il declino economico e il calo delle emissioni, osserva Evans, dipenderà anche da quali settori alla fine saranno i più colpiti. I settori del turismo e dell’intrattenimento, per esempio, potrebbero subire maggiori perdite rispetto a quello energetico ad alta intensità di carbonio.

    Ma le previsioni probabilmente sottovalutano i cambiamenti nello stile di vita e il calo della domanda dei consumatori, legati alla riduzione dei viaggi in auto e in aereo, che porteranno a ridurre le emissioni. È comunque un nuovo promemoria sul fatto che dobbiamo sostanzialmente rivedere il modo in cui generiamo elettricità, produciamo beni e ci spostiamo.

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