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    Le automobili a guida autonoma si scontreranno con l’industria automobilistica

    In pochi anni, vetture robotizzate sono passate da semplici prototipi che funzionavano appena a una tecnologia che potrebbe mettere in ginocchio l’industria automobilistica.

    di Michael Reilly

    Cosa rappresentano, oggi, le case automobilistiche? Sono ormai un dinosauro lento e impacciato, o forse continuano a innovare e guardare verso la prossima grande idea rivoluzionaria? Al momento, si direbbe che rivestano entrambi i ruoli – nonostante la positiva crescita dichiarata negli ultimi anni, aziende come GM e Ford sembrano aver percepito un graduale affievolimento nei loro business model. E stanno adoprandosi per reinventarsi come società in grado di offrire ogni qual sorta di opzione di trasporto, dai servizi taxi privati alle automobili a guida autonoma.

    Come descritto nell’ultimo numero di Fortune:

    Per 125 anni le case automobilistiche statunitensi hanno guadagnato come costruttrici di veicoli a motore. Ora devono addentrarsi nel business delle app per servizi taxi privati, degli autobus su richiesta, delle mappe 3D e dei computer con ruote che guidano senza l’ausilio di un conducente umano. Non sono più case automobilistiche – oggi si chiamano aziende di “mobilità”.

    Questo cambiamento è dovuto alla vertiginosa velocità – appena dieci anni fa, le automobili robotizzate figuravano solamente in alcuni progetti di ricerca finanziati dalla DARPA – con cui si è diffusa la tecnologia. Oggi, la maggior parte dei progetti inerenti la guida autonoma rappresenta una tale minaccia alla stabilità dell’industria automobilistica che il presidente e CEO di Ford, Mark Fields, è giunto alla conclusione che la società dovrà saper “rivoluzionare sé stessa” per sopravvivere. Quest’anno, GM ha pagato $1 miliardo per acquistare la startup di guida autonoma Cruise Automation, e diversi altri accordi analoghi sono stati stretti da parte di altre case automobilistiche: Lo scorso maggio, Toyota ha siglato una partnership con Uber, Volkswagen ha investito $300 milioni in Gett, Apple ha riversato $1 miliardo nella cinese Didi Chuxing, e Google ha stretto una collaborazione con Fiat Chrysler per allestire 100 minivan con la sua tecnologia di guida autonoma.

    Una semplice distinzione fra la reazione nervosa dell’industria automobilistica e il cambiamento nell’approccio del guidatore medio al possesso e alla guida di una vettura non è cosa facile. Forme di automazione come i sistemi di controllo della velocità, o quelli per la frenata di emergenza, stanno tranquillamente diffondendosi in un numero sempre maggiore di modelli, mentre le vetture più accessoriate cominciano a montare sistemi di parcheggio automatico o le prime forme di pilota automatico; basta salire a bordo di una Tesla e ingaggiare il sistema Autopilot per assaporare, o temere, una delle massime espressioni degli odierni sistemi di guida autonoma attualmente in commercio.

    Il divario fra imprenditori lungimiranti e i conducenti di tutti i giorni resta ampio. Una startup menzionata dal pezzo di Fortune, di nome Zoox, sta cercando di realizzare “taxi robotizzati bidirezionali” che, stando al fondatore della società, non sarebbero assolutamente delle automobili, bensì “quello che verrà dopo le automobili”. Apparentemente, la società ha già raccolto più di $250 milioni per concretizzare la sua idea. Questo genere di prospettiva “post-automobile” è assai diffusa nella Silicon Valley, ma le persone potrebbero non essere ancora pronte ad accogliere mezzi di trasporto tanto visionari:

    A maggio, Google ha pubblicato gli annunci di lavoro in Arizona per piloti collaudatori, che diversi blogger tecnologici descriverebbero come una professione da sogno. Chi non vorrebbe guadagnare $20 l’ora per restare seduto all’interno di un’auto? La reazione delle persone comuni sui canali social riflette, però, i timori verso le automobili robotizzate. “Dovrete pagarmi molto di più per convincermi a entrare in una scatola di latta con una mente tutta sua”, ha commentato un lettore su facebook.

    L’arrivo delle vetture autonome non arriverà mai troppo presto, considerata la concreta promessa di ridurre incidenti mortali e danni alle proprietà. Ci vorrà ancora del tempo, però, perché risolvano tutti i problemi legati alla guida autonoma.

    (MO)

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