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    Le 6 ragioni per cui gli Stati Uniti e i suoi alleati temono Huawei

    Il timore principale è che la Cina possa sfruttare le attrezzature del gigante telecom per scatenare una crisi.

    di Martin Giles ed Elizabeth Woyke

    La detenzione di Meng Wanzhou, CFO di Huawei e figlia del fondatore, sta infiammando le tensioni fra Stati Uniti e Cina. L’arresto, effettuato in Canada, è collegato alla richiesta di estradizione formulata dagli Stati Uniti su accuse imprecisate, e la Cina ha accusato i due paesi di violazione dei diritti umani.

    Questo dramma pubblico è la conseguenza di una lunga tensione fra le società di intelligence occidentali e Huawei, considerata una minaccia per la sicurezza globale. Fra i principali timori nei confronti del gigante telecom cinese figurano:

    – La possibile esistenza di “interruttori” nascosti per compromettere le apparecchiature di Huawei..
    La società cinese è la più grande produttrice di prodotti che vanno dalle stazioni base alle antenne utilizzate dagli operatori di reti mobile per gestire reti wireless. Queste reti trasportano i dati utilizzati per controllare reti elettriche, mercati finanziari, sistemi di trasporto ed altre parti delle infrastrutture vitali di un paese. Si teme che i servizi di intelligence e l’esercito cinese possano introdurre delle “backdoor” nei software o negli hardware in questi sistemi per degradare o debilitare le reti wireless straniere in caso di crisi. Questa teoria ha portato a manovre come il blocco della vendita di apparecchiature cinesi negli Stati Uniti.

    – .. interruttori che persino le ispezioni più approfondite non hanno saputo individuare
    Nel 2010 il Regno Unito ha allestito un centro speciale, al cui interno figurano membri dell’agenzia GCHQ signals-intelligence, la cui funzione è esaminare le apparecchiature di Huawei prima che vengano implementate nel paese. Quest’anno, la stessa agenzia ha comunicato di avere “poche e limitate garanzie” sulla sicurezza delle apparecchiature vendute da Huawei. Secondo quanto riportato dai giornali, il centro aveva rilevato che alcuni codici di Huawei, una volta implementati su reti reali, si comportavano diversamente rispetto alle simulazioni, e che alcuni dei suoi fornitori di software non erano soggetti a controlli altrettanto rigorosi.

    – Le backdoor permetterebbero di spiare sui dati
    Huawei sostiene che le sue apparecchiature connettano oltre un terzo della popolazione mondiale e gestendo grandi quantità di dati per le imprese. Non è un caso che le cerchie dell’intelligence occidentale temano che queste fantomatiche backdoor possano fornire un accesso a informazioni riservate. Sarebbe difficile passare inosservati, ma non impossibile. Huawei non assembla semplicemente gli strumenti; può anche connettervisi in modalità wireless per rilasciare aggiornamenti e patch. Si teme che queste connessioni remote possano essere sfruttate da spie informatiche cinesi.

    La società è anche una delle principali produttrici di smartphone ed altri dispositivi per i consumatori. Nel mese di maggio, il Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti ha ordinato ai negozi al dettaglio in prossimità delle basi americane di cessare la vendita di telefoni cellulari prodotti sa Huawei e ZTE, un altro gigante tech cinese, per timori che possano rivelare la posizione e gli spostamenti del personale militare.

    – L’attivazione delle reti 5G peggiorerà le cose
    Le società telecom in tutto il mondo stanno per avviare la prossima generazione di reti cellulari, conosciuta come 5G. Oltre a velocizzare il tasferimento dei dati, le reti 5G permetteranno alle automobili a guida autonoma di parlare fra loro e con apparecchi quali i semafori intelligenti. Si connetteranno e controlleranno un gran numero di robot nelle fabbriche e in altre strutture, e verranno utilizzate dagli eserciti per ogni qual sorta di applicazione. Questa tecnologia espanderà drasticamente il numero di dispositivi connessi, potenziando la quantità di informazioni aziendali e private che potrebbero essere prese di mira dagli hacker. Australia e Nuova Zelanda hanno recentemente bandito l’utilizzo di apparecchiature Huawei nelle infrastrutture per le reti wireless 5G, seguite dall’inglese BT pochi giorni fa.

    – Le società cinesi continuano a inviare tecnologie nei paesi soggetti a embargo
    Si vocifera che l’arresto della CFO di Huawei sia legato a una inchiesta degli Stati Uniti sull’invio di prodotti con componenti tecnologiche statunitensi in Iran e in altri paesi soggetti a un embargo degli Stati Uniti. I funzionari cinesi hanno ripetutamente affermato che le società cinesi non sono soggette agli editti commerciali imposti da altri paesi.

    – Huawei non è immune alle influenze del governo Cinese
    Per quanto la società si impegni a sostenere di essere una società privata e di proprietà dei suoi dipendenti, e di avere a cuore i suoi clienti e l’integrità dei suoi prodotti, la sua struttura di controllo resta un mistero. Il fondatore, Ren Zhengfei, un tempo ufficiale dell’Esercito Popolare di Liberazione, mantiene un profilo riservato. “Sorge spontaneo chiedersi quanto sia realmente indipendente”, commenta Adam Segal, un esperto di cybersecurity del Council on Foreign Relations di New York.

    In sua difesa, Huawei può puntare sul fatto che nessun ricercatore ha individuato alcuna backdoor all’interno dei suoi prodotti. “Esistono tutte le ragioni per avere paura, ma non esiste alcuna prova di un colpo portato a termine”, dice Paul Triolo di Eurasia Group. Ciononostante, la visione degli Stati Uniti non cambierà.

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