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    L’arma segreta dei batteri

    Scoperto un metodo finora sconosciuto utilizzato dai batteri per eludere la risposta immunitaria.

    di Lisa Ovi

    Ricercatori del Monash Biomedicine Discovery Institute (BDI) pubblicano su Nature Microbiology nuove possibilità di studio su come contrastare le infezioni batteriche, sempre più resistenti agli antibiotici.

    Secondo il primo autore dello studio, il dottor Pankaj Deo, i ricercatori del laboratorio del dottor Thomas Naderer hanno adottato un approccio innovativo per comprendere il processo tramite cui i batteri rilasciano le tossine con cui disarmano i mitocondri delle cellule immunitarie, le loro “centrali elettriche”. Lo studio ha dimostrato come le cellule immunitarie, percepita la mancata funzionalità dei loro mitocondri durante le infezioni, innescano l’apoptosi, il processo di morte cellulare programmata.

    Gli esperimenti sono stati condotti con elementi patogeni batterici particolarmente resistenti ai farmaci prevalenti negli ospedali: Neisseria gonorrhoeae, l’Escherichia coli uropatogeno e il letale Pseudomonas aeruginosa. I risultati sarebbero però applicabili anche ad altre specie di batteri. Con un intervento genetico sui fattori apoptotici, i ricercatori sono riusciti a ridurre i livelli di infiammazione nei topi.

    Comprendere come alcune infezioni batteriche eludono la risposta immunitaria prendendo di mira i mitocondri apre nuove possibilità terapeutiche. Gli sforzi scientifici si sono finora concentrati sulle endotossine rilasciate dalla parete cellulare esterna di tutti i batteri Gram-negativi, reputate responsabili della piroptosi indotta nelle cellule immunitarie, uno processo di morte cellulare programmata da stato infiammatorio.

    Secondo la nuova ricerca, i batteri patogeni utilizzano un meccanismo simile per rilasciare piccole strutture superficiali chiamate vescicole della membrana esterna – pacchetti di tossine che prendono di mira i mitocondri – allo scopo di uccidere le cellule immunitarie. Disarmati, i mitocondri cessano di funzionare e muoiono per apoptosi o suicidio cellulare. Partendo da questa premessa, i ricercatori sono riusciti ad accelerare la risposta immunitaria ed evitare lo stato d’infiammazione costante solitamente associato a un’infezione batterica.

    La ricerca proseguirà con uno studio clinico di farmaci oncologici già in uso per verificarne la possibile efficacia contro le infezioni batteriche.

    Immagine: Neisseria gonorrhoeae. CDC/ Joe Miller

    (lo)

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