I risultati delle elezioni al Senato della Georgia affidano al Partito Democratico il controllo di entrambe le camere del Congresso, facilitando il percorso del presidente eletto Joe Biden per realizzare progressi nella sua ambiziosa agenda sul clima, almeno durante i prossimi due anni.
di James Temple
Le doppie vittorie dei candidati democratici Jon Ossoff e Raphael Warnock – che solo poche settimane fa sembravano altamente improbabili – mettono il vicepresidente eletto Kamala Harris nella posizione di determinare la maggioranza per il suo partito in una camera che ora è divisa al 50 per cento. Sarà anche possibile eleggere il democratico Chuck Schumer leader della maggioranza al Senato e mettere i democratici a capo della commissione per l’energia e le risorse naturali, la commissione per l’ambiente e i lavori pubblici, e di altri gruppi che decidono le future politiche climatiche.
I cambiamenti significano che Biden troverà molto più facile far passare rapidamente le sue candidature al governo e a dipartimenti cruciali come quello dell’Energia e l’Agenzia per la Protezione Ambientale. Ciò, a sua volta, potrebbe aiutare l’amministrazione entrante a ripristinare più rapidamente le normative ambientali che Trump aveva contrastato o annullato, emettendo ordini esecutivi o frapponendo ostacoli legali.
La maggioranza democratica, tuttavia, è troppo ristretta per superare facilmente i 60 voti necessari per porre fine a pratiche ostruzionistiche al Senato. Questa situazione impedirà quasi certamente di intraprendere le politiche climatiche più ambiziose, come una sostanziale tassa sul carbonio, un programma federale di cap-and-trade o uno standard energetico che imponga una rapida riduzione delle emissioni di gas serra.
Tuttavia, diventerà considerevolmente più semplice portare avanti iniziative in questo settore di quanto lo sia stato con il leader della maggioranza repubblicana, Mitch McConnell. Ciò potrebbe consentire ai progetti in campo energetico e climatico di andare avanti laddove esiste un certo livello di sostegno bipartisan, compresi quelli che forniscono finanziamenti o supporto per la cattura e la rimozione del carbonio, l’energia nucleare di prossima generazione, il trasporto a grande distanza degli inquinanti e la ricerca e sviluppo sull’energia pulita.
Inoltre, il passaggio di poteri aumenta le probabilità che ulteriori stimoli economici o progetti di legge sulle infrastrutture possano essere votati e che potrebbero includere maggiori finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo. Come ha osservato il “New York Times”, i democratici potrebbero anche annullare molte modifiche normative dell’ultimo minuto dell’attuale amministrazione – alcune progettate per bloccare il progresso del governo entrante – con una semplice maggioranza dei voti in base a quello che è noto come il Congressional Review Act.
Nel frattempo, potrebbero esserci opportunità per attuare temporaneamente determinate politiche climatiche nell’ambito della Reconciliation, vale a dire un processo legislativo del Senato degli Stati Uniti volto a permettere il voto di una legge che modifica il bilancio sottraendola all’ostruzionismo della minoranza, in cui anche le misure passano con una maggioranza semplice e con un tempo di discussione strettamente limitato, afferma Josh Freed, responsabile del programma per il clima e l’energia di Third Way, un think tank di centro sinistra a Washington, DC. Il problema è che si può intervenire solo sulla tassazione e la spesa, e le due devono generalmente bilanciarsi a vicenda entro una finestra di bilancio di 10 anni.
In un articolo su Vox del maggio del 2019, poi aggiornato, viene spiegato che le politiche climatiche previste dalla Reconciliation potrebbero includere una Green Bank federale che finanzia progetti di infrastrutture pulite, ripagandosi attraverso una tassa temporanea sul carbonio (Anche in questo caso, però, la sottile vittoria democratica quasi certamente non consentirebbe di farne passare una particolarmente alta).
Infine, il controllo democratico del Congresso potrebbe rendere molto più probabile che l’amministrazione Biden possa realizzare progressi rapidi e significativi sulla pandemia e sulla recessione economica. Ciò dovrebbe aiutare con le questioni climatiche almeno indirettamente, poiché la nazione ha un bisogno cruciale di affrontare le sue crisi più urgenti prima di poter davvero dirigere la sua attenzione, le risorse e la volontà politica verso quella gigantesca che incombe.
foto: Il presidente eletto Joe Biden sale sul palco con Raphael Warnock, a destra, e Jon Ossoff, a sinistra, ad Atlanta il 4 gennaio.AP Photo/Carolyn KasterIl presidente eletto Joe Biden sale sul palco con Raphael Warnock, a destra, e Jon Ossoff, a sinistra, ad Atlanta il 4 gennaio.AP Photo/Carolyn Kaster