Il sistema operativo recentemente rilasciato dalla cinese Baidu ambisce a diffondersi all’interno di tutta l’industria della guida autonoma.
di Matteo Ovi
Con la distribuzione della piattaforma per la gestione dei sistemi di guida autonoma, Baidu sta riuscendo a raccogliere attorno a sé un numero sempre maggiore di partner industriali e accademici.
Il programma Apollo per la guida autonoma vanta ormai più di 50 partner, fra cui le case automobilistiche cinesi FAW Group, Chery, Changan e Great Wall Motors, Bosch, Continental, Nvidia, Microsoft Cloud, Velodyne, TomTom, UCAR e Grab Taxi. Con questa importante collaborazione aperta, le società possono dedicarsi allo sviluppo e commercializzazione della tecnologia per la guida autonoma.
La collaborazione lanciata da Baidu non è la prima, e non sarà l’ultima, ma è senza dubbio una delle più grandi e ambiziose. Nella convinzione che i dati, e i servizi che da essi dipendono, costituiscano le fondamenta dell’industria della guida autonoma, la società è apertamente intenzionata a replicare il modello Android.
Oltre ai partner industriali, il programma include cinque delle principali università del paese. Il COO di Baidu, Qi Lu, dice che la piattaforma sviluppata dalla società è come un “Android per l’industria della guida autonoma, ma più potente e aperta”, e afferma che è pensata per fornire agli sviluppatori strumenti quali dati, API, codici open source e persino hardware per portare la realtà aumentata sul mercato.
L’obiettivo di Baidu è mettere sempre più funzioni a disposizione degli sviluppatori. Per l’appunto, questo mese dovrebbero accedere alle tecnologie che gli permetteranno di approfondire le ricerche nella guida autonoma entro aree ristrette. Entro la fine del 2020, Baidu spera di riuscire a presentare una piattaforma in grado di gestire interamente la guida autonoma sia su autostrada che su percorsi urbani.