OpenAI, una società non profit fondata per sviluppare una intelligenza artificiale a beneficio di tutti, ha rilasciato uno strumento per aiutare le macchine ad imparare dai propri errori.
di Will Knight
Il prossimo trend dell’intelligenza artificiale potrebbe ruotare attorno a computer e robot che imparano dai propri errori.
Lo scorso dicembre, Elon Musk e Sam Altman (di Y Combinator) avevano fatto parlare di sé per essere riusciti ad attirare diversi ricercatori di alto livello all’interno di OpenAI, una non profit da un miliardo di dollari fondata per condurre e diffondere gratuitamente ricerche d’avanguardia sull’intelligenza artificiale. La società ha ora pubblicato i primi risultati di questo suo lavoro, accennando alla potenziale importanza di questa forma di apprendimento per il futuro dell’intelligenza artificiale.
La non profit ha rilasciato uno strumento denominato OpenAI Gym per sviluppare e confrontare diverse forme dei cosiddetti algoritmi di apprendimento per rinforzo, che permettono alle macchine di apprendere da esperienze positive e negative. Questa settimana, OpenAI ha anche annunciato due nuove reclute, fra cui Pieter Abbeel, professore associato della Berkeley e principale esperto di apprendimento per rinforzo applicato ai robot.
OpenAI Gym include codici ed esempi per aiutare altri ricercatori ad approcciare le tecniche di apprendimento per rinforzo. È possibile, ad esempio, creare un programma in grado di imparare a giocare ai videogiochi. Il nuovo strumento fornisce anche un sistema che permette agli utenti di caricare e condividere i progetti ai quali stanno lavorando.
L’apprendimento per rinforzo è già un campo diffuso nella ricerca accademica e industriale. È parte, ad esempio, del sistema AlphaGo che di recente ha avuto la meglio sui migliori giocatori di Go al mondo. Alcuni costruttori di robot stanno persino esplorando la possibilità di automatizzare il processo di programmazione dei robot.
Al lancio di OpenAI, Musk ed Altman avevano dichiarato che il traguardo era assicurarsi che l’intelligenza artificiale fosse messa al servizio di tutti e scongiurare qualunque possibile conseguenza negativa. La verità potrebbe essere un po’ più complessa. Come sottolineato da un recente pezzo su Wired, il lavoro della OpenAI sarà anche pubblicato più liberamente rispetto alle ricerche condotte, diciamo, da Google e Facebook, ma potrebbe comunque avvantaggiare diverse società che hanno investito prima di altre nel suo sviluppo.
(MO)