Nonostante i ritardi nel lancio del rivoluzionario aggiornamento, gli sviluppatori continuano a credere fortemente nel suo potenziale rivoluzionario.
di Mike Orcutt
In seguito alla scoperta di bug all’interno dei codici che stavano testando, i principali sviluppatori di Ethereum hanno annunciato di posticipare al 2019 il lancio del suo hard fork. L’aggiornamento software, ribattezzato Constantinople, è stato posticipato per guadagnare tempo mentre il gruppo discute su una controversa modifica al sistema monetario della rete.
La proposta riguarda l’elemento del codice di Ethereum, conosciuto come “difficulty bomb”, per cui l’estrazione di nuovi blocchi diventa via via più difficile. Originariamente, la “bomba” faceva parte del programma formulato per agevolare il passaggio della rete Ethereum dal processo di “Proof of Work”, altamente dispendioso dal punto di vista energetico, al processo conosciuto come “Proof of Stake”. Questa soluzione dovrebbe far desistere i minatori da qualunque tentativo di condurre nuovamente una vecchia catena una volta ultimato il passaggio della rete.
Lo sviluppo del sistema PoS si sta rivelando più impegnativo del previsto, per cui l’aggiornamento non potrà essere effettuato il mese prossimo; siccome il ritardo semplificherà le operazioni di estrazione, gli sviluppatori hanno deciso di ridurre la ricompensa elargita per ciascuna operazione portata a termine. Non è ancora chiaro come, però.
A differenza di Bitcoin, le cui operazioni hanno un limite, la valuta di Ethereum non presenta un limite massimo o alcuna norma monetaria formale. La comunità dispone di molteplici opzioni su come regolare il tasso di creazione di nuovi blocchi per far fronte al ritardo nella divulgazione della “difficulty bomb”. Gli sviluppatori si erano decisi a passare da 3 a 2 ethereum di ricompensa per operazione ma tutto pare nuovamente bloccato, almeno fino al prossimo gennaio. Un sistema decisionale decentralizzato, evidentemente, non aiuta.