Questo modo di affrontare il problema funziona se c’è la possibilità di accedere a un gran numero di dati dei pazienti, per cui probabilmente non sarà altrettanto efficace negli Stati Uniti.
di Will Douglas Heaven
Una delle più grandi organizzazioni israeliane per la difesa della salute sta usando l’intelligenza artificiale per aiutare a identificare quale dei 2,4 milioni di persone associate sono maggiormente a rischio di gravi complicazioni da covid-19. Il Maccabi Healthcare Services afferma che il sistema, che ha sviluppato con l’azienda di AI Medial EarlySign, ha già segnalato il 2 per cento dei suoi membri, pari a circa 40.000 persone. Una volta identificati, gli individui vengono messi su una corsia preferenziale per i test.
L’intelligenza artificiale è stata adattata da un sistema precedentemente addestrato a identificare le persone più a rischio di influenza, utilizzando milioni di record del Maccabi risalenti a 27 anni prima. Per fare le sue previsioni, il sistema si basa su una serie di dati medici, tra cui l’età di una persona, l’IMC, le condizioni di salute come malattie cardiache o diabete e l’anamnesi di ricoveri ospedalieri.
L’intelligenza artificiale può effettuare ricerche su un vasto numero di documenti e individuare chi è a rischio. Il Maccabi utilizza anche l’intelligenza artificiale per aiutare a determinare il tipo di terapia richiesto nel caso si ammalino, indipendentemente dal fatto che debbano essere curati a casa, sistemati in un hotel in quarantena o ricoverati in ospedale. L’organizzazione afferma che ora sta parlando con i principali fornitori di servizi sanitari statunitensi interessati a utilizzare l’IA per avere un quadro immediato dei pazienti ad alto rischio.
L’uso dell’IA per identificare le persone vulnerabili potrebbe salvare vite umane, afferma Darren Schulte, MD e CEO dell’azienda di intelligenza artificiale Apixio, che sviluppa software per analizzare dati medici non strutturati, come le note dei medici. Schulte ritiene che lo strumento del Maccabi potrebbe anche essere usato per isolare i membri ad alto rischio della popolazione quando le misure di blocco sono allentate, spostando le persone in alloggi speciali lontano dai membri della famiglia che potrebbero essere portatori non diagnosticati del virus.
Ma adottare questo strumento in altri paesi potrebbe non essere semplice. Negli Stati Uniti, le cartelle cliniche sono archiviate in molti sistemi sanitari diversi. “La nostra capacità di sviluppare algoritmi per identificare gli individui ad alto rischio è limitata dalla mancanza di set di dati”, afferma Schulte. “Anche a New York City, credo sia una sfida creare un singolo set di dati che riunisca le informazioni dei pazienti nei grandi ospedali”.
La pandemia di covid-19 potrebbe cambiare questa situazione. Le recenti norme introdotte dall’ Office of the National Coordinator for Health Information Technology, una divisione del governo degli Stati Uniti responsabile dell’IT sanitario, supportano il trasferimento sicuro dei dati tra diversi ospedali. “Abbiamo solo bisogno dei fornitori per rendere accessibili i dati dei pazienti”, egli conclude.
(rp)