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    Innovazione di fonte globale

    La notizia è sorprendente. Nella classifica delle società High Tech con le migliori prestazioni economiche e finanziarie, stilata da Bloomberg Business Week, la prima non è americana, giapponese o europea. 

    di Alessandro Ovi 

    La prima è cinese e si chiama Tencent, un gigante della messaggistica on line. Apple, che dopo i boom di iPhone e iPad, tutti si aspettavano fosse la regina, è solo seconda. La sorpresa cresce quando si vede che anche la terza è cinese: Baidu, una specie di Google.

    Negli anni della Grande Recessione. (come ormai viene chiamata la crisi che da tre anni ci attanaglia) il settore High Tech, soprattutto nelle tecnologie della informarne e della comunicazione, era rimasto un baluardo di dominazione americana. Le grandi università basate sulla ricerca e la disponibilità del venture capital per portarne i risultati dai laboratori al mercato, parevano essere fonti illimitate di innovazione, di nuove aziende, di nuovi posti di lavoro. Ma le cose, come si vede dalla classifica di Bloomberg, stanno rapidamente cambiando.

    I fondi di venture capital in tre anni si sono quasi dimezzati, il numero di nuove aziende approdate alla Borsa si è quasi azzerato e il ricercatore che voglia mettere sul mercato i risultati delle sue ricerche trova con grande difficoltà i finanziamenti necessari.

    Si sta diffondendo la sensazione che, se il secolo scorso è stato correttamente definito il secolo degli Stati Uniti, quello di oggi sta sempre più diventando il secolo dell’Asia.

    L’America sta diventando sempre meno l’origine dei trends culturali, perché mentre l’America continua a essere moderna, ciò che è moderno non è più solo americano. Ci sono più grattacieli a Shanghai che a New York, il viaggio dall’aeroporto Kennedy al centro di New York è desolante se paragonato a quello dei treni veloci cinesi. La cultura esportata dai film di Hollywood non è sparita; si è però aperta a una grande varietà di contributi da tutto il mondo, perché la “globalizzazione del business” è diventata il fattore trainante anche delle sceneggiature.

    Anche la nostra rivista segue ovviamente questo andamento. Mette in rete il contenuto delle varie edizioni (americana, italiana, tedesca, indiana, cinese, spagnola,.in ordine di anzianità) e così potrete leggere sempre più storie da varie parti del mondo e non solo dall’Italia e dagli Stati Uniti. Abbiamo appena avviato una nuova sezione, Business Impact, dove quasi quotidianamente su uno specifico tema, diverso ogni mese, vengono pubblicate sulla edizione on line storie dell’impatto sul business in tutto il mondo. Le storie verranno poi raccolte ogni mese in un file pdf scaricabile e stampabile. Questo mese si inizia con il tema della mobilità delle comunicazioni. Il peso di queste iniziative crescerà nel tempo e, da rivista per l’innovazione di fonte americana, speriamo di diventare sempre più una rivista per l’innovazione di fonte globale.

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