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    Individuato un piccolo buco nero non più ampio di una ventina di chilometri 

    La sua massa non sarebbe che 3,3 volte quella del sole.

    di Neel V. Patel

    Secondo quanto riportato da Science, il buco nero si troverebbe a a circa 10.000 anni luce di distanza da noi, sul limite esterno del disco principale della Via Lattea. In caso di conferma, si tratterebbe del più piccolo buco nero mai rilevato, il precursore di una nuova classe di buchi neri. Secondo Christopher Kochanek, ricercatore della Ohio State University che ha partecipato alla scoperta, l’oggetto avrebbe un diametro di circa 19 chilometri, mentre la massa effettiva è ancora da confermare. 

    La presenza di un buco nero viene rilevata individuando dei segni rivelatori tipici della sua esistenza: un enorme disco di accrescimento composto di gas e polvere che turbina attorno all’oggetto e viene attirato verso il suo centro ultra denso. I buchi neri più grandi in orbita attorno a stelle tendono a privarle di enormi quantità di materiale, producendo effetti rilevabili come le radiazioni di raggi X. 

    In questo caso, i ricercatori hanno studiato un catalogo di informazioni raccolte su oltre 100.000 stelle dell’Apache Point Observatory Galactic Evolution Experiment (APOGEE), un’analisi a infrarossi delle stelle nella galassia interna. Sono state rilevate alcune centinaia di stelle possibilmente influenzate dagli effetti gravitazionali di oggetti vicini. La squadra di studiosi ha ristretto la ricerca a un sistema stellare binario chiamato J05215658, scoprendo così che quella che sembrava essere una stella binaria, potrebbe invece essere un buco nero che orbita attorno a un’altra stella ogni 83 giorni. 

    Quando le stelle raggiungono il gran finale ed esplodono, hanno due possibilità: le stelle più piccole si trasformano in stelle di neutroni, mentre le più grandi collassano e si trasformano in buchi neri. Non è chiaro, però, quale sia la precisa soglia nella massa che determina quale direzione prenderanno. Nuovi studi del sistema J05215658 potrebbero aiutare gli astronomi a restringere il campo e capire quali fattori giocano nel futuro destino di una stella.

    (lo)

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