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    Incubo antitrust

    Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sostiene che le grandi aziende tecnologiche devono rivedere i loro comportamenti sul mercato.

    di Martin Giles

    Il DOJ statunitense ha appena avviato un’indagine ad ampio raggio sul comportamento anticoncorrenziale delle big tech nei settori della ricerca online, dei social media e dell’e-commerce.

    Le più grandi aziende tecnologiche statunitensi non sono state nominate in modo specifico, ma è chiaro che sono i destinatari del messaggio. Tutto è pronto per un’epica battaglia nei tribunali e nel Congresso che sarà combattuta su più scenari nei prossimi anni.

    Le grandi aziende tecnologiche evidenziano che la legge antitrust statunitense si è unicamente concentrata sul fatto che le imprese danneggino i consumatori con l’aumento dei prezzi e ribadiscono che loro forniscono molti servizi gratuitamente, quindi non meritano di ricevere sanzioni.

    Ma chi è a favore di una regolamentazione sembra pronto a sfidare questa impostazione del problema, invocando la crescente preoccupazione per l’influenza esercitata dalle imprese.

    I democratici e i repubblicani sono d’accordo nel ritenere negativa l’influenza che le Big Tech hanno su alcuni mercati e il peso che esercitano su questioni politiche e sociali. I repubblicani sono particolarmente critici nei confronti di Facebook e Google, che accusano di essere di parte e di discriminare le opinioni conservatrici sulle loro piattaforme.

    Per anni la politica dell’antitrust americano verso le Big Tech è stata generosa, mentre in Europa le posizioni sono state molto più decise. Questa situazione sembra destinata a cambiare. 

    C’è inoltre chi all’interno del DOJ e della Federal Trade Commission (FTC), che sta anche indagando su possibili violazioni dell’antitrust, potrebbe vedere i casi di alto profilo come una grande opportunità per acquisire maggiore influenza.

    Non è ancora chiaro quanto saranno severe le misure. A oggi l’FTC ha concordato una sanzione da 5 miliardi di dollari con Facebook per violazioni della privacy degli utenti nel caso di Cambridge Analytica, che è poco più di uno schiaffo per il gigante dei social media. 

    Facebook continua a sostenere che l’azione antitrust in patria potrebbe distrarre l’America dalla minaccia rappresentata dal crescente potere dei colossi della tecnologia cinese.

    Nelle settimane e nei mesi sarà molto più facile alimentare una paura del genere, con lo sfondo delle tensioni commerciali USA-Cina e le preoccupazioni sulla sicurezza nazionale legate al caso di Huawei.

    Donald Trump ha già richiesto azioni legali contro Facebook e Google sulla base del loro pregiudizio politico. Se gli eventi non si muoveranno nella direzione giusta in vista delle prossime elezioni presidenziali del 2020, il Presidente lancerà una campagna di tweet dedicati alle Big Tech.

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