La Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha appena fermato una importante vendita di token digitali del valore di 2 miliardi di dollari da parte di Telegram.
di Mike Orcutt
All’inizio del 2018, molti investitori intraprendenti hanno versato miliardi di dollari nell’ambizioso piano di Telegram di lanciare una rete globale di criptovaluta. In cambio, hanno ottenuto i diritti sui token digitali che Telegram, un’app di messaggistica con 300 milioni di utenti mensili, ha garantito saranno indispensabili per la sua futura rete. Il lancio è previsto entro il 31 ottobre di quest’anno.
Questa esuberanza iniziale si è trasformata in incertezza. Secondo la SEC, il gruppo Telegram e un’azienda controllata denominata TON Issuer Inc. hanno condotto una vendita illegale di titoli non registrati negli Stati Uniti. Gli imputati hanno venduto 2,9 miliardi di token digitali, chiamati “Grammi”, a 171 investitori in tutto il mondo, raccogliendo 1,7 miliardi di dollari. Poiché negli Stati Uniti ne sono stati venduti per 425 milioni di dollari, la SEC, che si occupa degli investitori statunitensi, ha registrato questi movimenti.
Poiché la rete pianificata non è ancora stata avviata e i token non possono essere utilizzati, sono soggetti agli stessi tipi di rigide normative che regolano le azioni e le obbligazioni, afferma la SEC. Ciò significa che avrebbero dovuto essere registrati presso l’agenzia e Telegram avrebbe dovuto fornire agli investitori informazioni sulle sue operazioni commerciali, condizioni finanziarie, gestione e fattori di rischio.
“Abbiamo ripetutamente affermato che gli emittenti non possono evitare le leggi federali sui titoli semplicemente etichettando il loro prodotto come criptovaluta o token digitale”, ha dichiarato Steven Peikin, condirettore della divisione di controllo della SEC.
Adesso, secondo Bloomberg, l’azienda sta “valutando i modi per risolvere i problemi sollevati dall’agenzia” e, in effetti, sta discutendo con la SEC da 18 mesi. Telegram ha dichiarato di essere stata “sorpresa e delusa” dalla accusa che le è stata contestata e che ora potrebbe ritardare il lancio della sua rete.
La SEC non ha finito di mettere ordine nel caos creato dal boom delle ICO, leofferta iniziale di monete, del 2017 e all’inizio del 2018. La sua causa contro Telegram arriva solo due settimane dopo che si è trovato un accordo con Block.One, che aveva raccolto 4 miliardi di dollari con la sua vendita di token prima del lancio della rete blockchain EOS nel 2018.
Non è chiaro il motivo per cui Block.One, che ha dovuto pagare una multa di 24 milioni di dollari, non abbia ricevuto una sanzione così severa come quella di Telegram (anche se potrebbe essere che Block.One fosse più collaborativo con la SEC). Ma la linea di fondo rimane quella ricordata da Peikin: le criptovalute devono rispettare le leggi esistenti.
Immagine: AP / MIT Technology Review
(rp)