Questi nuovi, strani, suoni rendono evidente la complessità degli eventi relativi ad una tempesta solare diretta verso la Terra.
di Neel V. Patel
Il campo magnetico del nostro pianeta “canta”. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha appena pubblicato una registrazione delle frequenze generate da una tempesta solare in collisione con il campo elettromagnetico terrestre. I dati sono stati pubblicati assieme a nuove scoperte su Geophysical Research Letters.
Le tempeste solari sono il risultato dell’eruzione di particelle elettricamente cariche espulse dal sole. Quando queste particelle raggiungono la Terra, entrano in contatto con il campo magnetico del pianeta. La prima regione del campo magnetico colpita da queste particelle viene definita foreshock. L’interazione delle particelle con il foreshock provoca il rilascio di complesse onde magnetiche.
La missione Cluster della ESA ha registrato la dispersione di queste onde magnetiche su frequenze sempre più elevate. Gli scienziati hanno quindi convertito queste frequenze in segnali percepibili dall’udito umano, con il risultato di produrre i suoni spettrali registrati in questo video. Durante i periodi di calma spaziale, le onde magnetiche del pianeta oscillano su di una singola frequenza, producendo un “canto” molto differente, quasi dolce.
La missione Cluster II (la prima missione andò perduta a causa di un lancio fallito) utilizza quattro veicoli spaziali lanciati nel 2000 nella magnetosfera terrestre per studiarne la interazioni con il vento solare. Le navicelle spaziali si avventurano regolarmente nel foreshock. Le nuove scoperte e registrazioni sono state fatte da un’analisi di dati raccolti durante sei collisioni con tempeste solari osservate tra il 2001 e il 2005.
Il campo magnetico terrestre è la principale linea di difesa del pianeta contro le dannose attività solari che potrebbero distruggere molti strumenti orbitali e terrestri e reti elettriche. Gli autori del recente studio hanno utilizzato simulazioni al computer del foreshock create da un modello chiamato Vlasiator per illustrare come i cambiamenti nel foreshock influenzano la propagazione sulla terra dell’energia generata dalle interazioni con una tempesta solare.
A quanto pare, gli effetti di registrati dal foreshock sono molto più complessi di quanto previsto dalla squadra di ricercatori, inserendo un nuovo elemento di incertezza nelle nostre previsioni sulle potenziali minacce della meteorologia spaziale. Servono dati migliori. Queste inquietanti registrazioni sono meno una colonna sonora di novità e più un allarme urgente per noi di fare di più per studiare questi processi.
(lo)