I robot potrebbero aiutare persone affette da cecità a compiere azioni quali determinare quale autobus prendere.
di Mark Harris
Diverse persone colpite da deficit visivo si affidano completamente a cani guida per evitare ostacoli ed affrontare il traffico pedonale. Neanche i cani più intelligenti, però, riescono a distinguere banconote differenti, leggere gli orari degli autobus o dare indicazioni. Ora, un gruppo di ricercatori della Carnegie Mellon University sta sviluppando robot assistenti per aiutare queste persone a navigare nel mondo moderno.
“Parte del nostro lavoro consiste nell’inventare il futuro”, dice M. Bernardine Dias, un professore del Robotics Institute dell’università. “Noi immaginiamo i robot come parte della società nelle smart cities e vogliamo assicurarci che un deficit visivo ed altre disabilità non restino tagliate fuori da quel futuro”:
Dias ed il collaboratore Aaron Steinfeld stanno adoprandosi per scoprire i metodi più efficienti in cui un robot Baxter http://www.rethinkrobotics.com/baxter-research-robot/ può interagire con persone affette da deficit visivi o cecità totale. È un problema paragonabile a quello dell’uovo e della gallina, commenta Dias: “Se non avete mai interagito con un robot e non avete nemmeno immaginato la possibilità di farlo, allora è difficile comprenderne il potenziale uso”
In alcune discussioni con i membri della comunità di non vedenti di Pittsburgh, Dias e Steinfeld hanno formulato il concetto di un robot assistente presso un banco informazioni in un frenetico centro di transito. L’idea è che il robot potrebbe offrire il proprio aiuto con compiti visivi o fisici nel caso in cui il personale umano fosse assente o oberato di lavoro.
La ricerca, finanziata dal National Science Foundation ed ormai al suo secondo anno di operazioni, ha già svelato alcune sorprese. “La prima volta, le persone dotate di vista tendono ad essere preoccupate in presenza di un robot umanoide”, spiega Steinfeld. “Le persone cieche, al contrario, sono più propense a interagire con un robot. Hanno dimostrato una maggiore sicurezza nel tenere le dita di plastica del robot che ad avere un contatto fisico con un altro essere umano”.
Uno degli elementi fondamentali per cui Dias e Steinfeld hanno scelto il robot Baxter è che questo robot è privo di giunti pericolosi. È un robot sicuro per le persone che interagiscono con il senso del tatto. Il robot comincia con il presentare se stesso e quindi spegnersi per permettere alle persone di esplorare manualmente la sua forma e struttura. Una volta terminata questa sessione, un comando vocale riaccende il robot.
Baxter può anche imparare rapidamente nuove operazioni copiando i movimenti suggeriti da chi lo manipola. “Questo elemento apre un mondo di possibilità in termini di addestramento per servire una persona colpita da cecità”, dice Dias. “In futuro potremo sicuramente fare grandi cose”.
Dias e Steinfeld vogliono integrare un’app di navigazione per smartphone all’interno del robot Baxter. L’app è già pronta, si chiama NavPal, e include segnali acustici coi quali avvertire gli utenti ciechi di pericoli quali tombini o cantieri. Nel lungo termine, i ricercatori sperano di presentare robot mobili in grado di guidare fisicamente le persone come i cani guida di oggi. “Ci proveremo nel giro di un anno”, dice Steinfeld. “Il nostro primo traguardo è riuscire a colmare un vuoto ed aiutare le persone che normalmente dovrebbero arrangiarsi da sole”.
(MO)