Fino ai primi di maggio, la limitazione rigorosa dei movimenti delle persone e il rispetto delle regole del distanziamento sociale hanno ridotto il numero medio di persone contagiate dall’81 per cento.
di Charlotte Jee
Le misure hanno ridotto l’indice di trasmissibilità dell’epidemia, vale a dire il fattore R, da 3,8 a meno di 1 in tutti gli 11 paesi europei che sono stati presi in esame, tra cui Germania, Francia, Spagna, Regno Unito e Italia, portando il contagio sotto controllo. I calcoli del team dell’Imperial College di Londra sono riportati in un articolo su “Nature” di questa settimana.
Il team ha combinato i dati sui decessi per covid-19 di ciascuno degli 11 paesi e ha ricostruito i diversi passaggi per capire come si fosse diffuso il virus nelle settimane precedenti il 4 maggio. Hanno stimato che allora il numero dei contagi si potesse valutare tra i 12 e i 15 milioni di persone, con i decessi che si attestavano intorno ai 130.000.
Hanno quindi confrontato queste cifre con un modello, ipotizzando cosa sarebbe successo se non fosse stato fatto alcun intervento. Il risultato, secondo questo modello, è che sono stati evitati circa 3,1 milioni di morti in tutto il continente. Si stima che le chiusure della Francia abbiano prevenuto il maggior numero di morti: circa 690.000. Il dato ufficiale del periodo si ferma a circa 23.000.
In breve, le politiche di isolamento hanno funzionato. Misure come l’allontanamento sociale, il fatto di stare in casa e di evitare di vedere i parenti e gli amici sono stati efficaci nel ridurre la trasmissione del virus e nel salvare un numero di vite decisamente alto.
Tuttavia, il fatto che relativamente poche persone in Europa abbiano contratto il virus e che non si sappia ancora con certezza se l’avvenuto contagio conferisca una condizione di immunità a che ne è uscito fuori, indica che la revoca del lockdown potrebbe non essere definitiva.
Immagine: Queven / Pixabay
(rp)