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    Il futuro di Libra

    Nel corso degli ultimi giorni, una serie di nuovi sviluppi legati alla valuta digitale proposta da Facebook, ha posto le basi per un acceso dibattito politico sulla fattibilità del progetto.

    di Mike Orcutt

    Non più di un mese fa, l’azienda ha ammesso di fronte agli investitori che un maggiore controllo normativo poteva significare la fine di Libra, ma ora sembra determinata come non mai a decollare con l’iniziativa.

    Un aspetto forse ancora più importante è che Facebook ha assunto una società di lobbying su “questioni relative alle implicazioni politiche delle blockchain”. Il social network ha speso finora 7,5 milioni di dollari in lobby nel 2019, dopo i quasi 13 milioni dell’anno scorso. 

    Ora collabora con FS Vector, una società di consulenza con sede a Washington DC, composta da esperti in conformità normativa e strategia aziendale. Uno dei suoi partner, John Collins, è stato il responsabile delle scelte politiche di Coinbase, la celebre piattaforma americana di scambio di beni digitali.

    L’annuncio di Facebook, due mesi fa, che prevedeva il lancio di Libra, è stato subito accolto con scetticismo da politici e banchieri centrali di tutto il mondo, che hanno sollevato preoccupazioni per la sicurezza, la privacy e il potenziale rischio per la stabilità finanziaria.

    I critici hanno anche lamentato la mancanza di dettagli su come sarà gestita la valuta, richiedendo a Facebook di chiarire gli aspetti progettuali. Ora la discussione sembra pronta per la sua prossima fase.

    Il confronto su Libra ha ripreso vigore a Washington DC, con le parole estremamente critiche di Maxine Waters, presidente del Comitato dei servizi finanziari della Camera dei Rappresentanti.

    Alla fine della scorsa settimana Waters si è incontrata con alcuni funzionari del governo svizzero per discutere di Libra, che secondo Facebook sarà gestita dalla Libra Association, un’associazione senza scopo di lucro con sede in Svizzera. 

    Dopo l’incontro, Waters ha affermato di nutrire ancora qualche preoccupazioni sulla possibilità di “consentire a una grande azienda tecnologica di creare una valuta globale alternativa, controllata privatamente”.

    Secondo un articolo di questa settimana del “Financial Times”, il crescente controllo normativo ha portato anche alcuni membri della Libra Association a nutrire qualche dubbio. Tre membri anonimi hanno persino “discusso privatamente su come prendere le distanze dalla moneta digitale”.

    Facebook ha affermato che la collaborazione con politici, autorità di regolamentazione ed esperti era ciò a cui mirava quando ha rivelato in anticipo i suoi piani.

    In tal senso, l’azienda ha anche lanciato un programma per la ricerca di bug che prevede premi di 10.000 dollari per i ricercatori partecipanti.

    “Sappiamo che è necessario costruire una comunità globale per lanciare una criptovaluta globale”, ha dichiarato Michael Engle della Libra Association in un post sul blog che descrive il programma. “Ci prenderemo tutto il tempo che servirà per raggiungere l’obiettivo”.

    Foto: Pixabay

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