Secondo una ricerca pubblicata da “Nature”, la maggiore contagiosità del virus nella fase iniziale rappresenta un argomento a favore dell’obbligo della mascherina quando si è in pubblico.
di Charlotte Jee
I ricercatori hanno analizzato i dati di nove pazienti con sintomi di coronavirus “relativamente lievi” a Monaco, in Germania, per vedere quanto fossero contagiosi in un periodo di 14 giorni. In particolare, hanno controllato la carica virale nei campioni di tamponi di gola e polmone, espettorato (saliva e muco tossiti), feci, sangue e urina.
Hanno scoperto che il Covid-19 si stava replicando in gola, con concentrazioni del picco di virus nei primi cinque giorni dopo l’inizio dei sintomi, sebbene fosse ancora possibile rilevarlo dopo che i sintomi si erano fermati. Non hanno riscontrato la presenza di coronavirus nei campioni di sangue, feci o urine. In particolare, quattro dei nove pazienti hanno anche perso il senso del gusto o dell’olfatto, un problema che i ricercatori del King’s College di Londra hanno recentemente definito un “serio predittore” dell’avvenuto contagio (anche se deve ancora essere aggiunto all’elenco dei sintomi stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità).
I ricercatori ritengono, comunque, che sia saggio evitare di trarre conclusioni troppo vaste da uno studio così piccolo. Sono necessarie ulteriori ricerche con un gruppo più ampio di pazienti per confermare i risultati. Tuttavia, i ricercatori affermano che i loro risultati suggeriscono che le misure per contenere la diffusione virale dovrebbero concentrarsi sulla trasmissione di goccioline dalla bocca delle persone, invece che su oggetti, materiali o superfici.
Questa indicazione potrebbe dare più peso all’argomento a favore dell’uso di una mascherina o di un’altra copertura per il viso mentre si è in pubblico. L’attuale raccomandazione ufficiale negli Stati Uniti non parla di un simile obbligo, ma i funzionari stanno attualmente valutando se è il momento di rivedere questa posizione.
immagine: AP / MIT Technology Review
(rp)