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    Il cervelletto potrebbe avere una strategia per difendersi dall’Alzheimer

    Nel realizzare la più estesa mappa del cervello affetto dal morbo di Alzheimer, ricercatori sono incappati in una possibile spiegazione di come il cervelletto appaia immune al morbo.

    di MIT Technology Review

    Nature Communications pubblica i risultati di uno studio comparato tra cervello sano e cervello affetto da Alzheimer  condotto dalla University of Manchester.

    Sotto la guida del Dr Richard Unwin della University of Manchester, ricercatori di varie università, Manchester, Bristol, Liverpool e Auckland hanno raccolto i dati in una mappa disponibile online.

    Nel comporre la mappa, gli studiosi hanno raccolto osservazioni importanti sul cervelletto, una regione del cervello considerata potenzialmente immune all’Alzheimer. Secondo queste osservazioni, il cervelletto presenta una serie di modifiche che potrebbero rappresentare un sistema di difesa dagli effetti dannosi del morbo.

    L’analisi mappa i livelli relativi di 5,825 proteine in 6 regioni del cervello, inclusi ippocampo, corteccia entorinale, corteccia motoria, sensoriale e cervelletto. Il database così creato offre nuove opportunità alla ricerca sulla demenza, a cominciare dalla possibilità di trovare conferma di osservazioni condotte su campioni animali o cellulari.

    L’Alzheimer emerge dall’ippocampo per poi diffondersi tra le connessioni del cervello. Osservando diversi aspetti di questi percorsi, la squadra ha potuto seguire il progresso del morbo nel dettaglio ed è arrivata alla conclusione che i cambiamenti osservati in regioni affette in un secondo momento, possano rappresentare una prima reazione del cervello al morbo e quindi, nuove possibilità di intervento tempestivo. La squadra ha anche potuto identificare nuove molecole da associare al decorso del morbo.

    I ricercatori hanno identificato 129 mutazioni di proteine presenti in ogni area del cervello, 44 delle quali mai prima associate alla malattia, ma altre centinaia sembrano subire modificazioni solo nelle regioni del cervello affette in momenti successivi. Lo stesso cervelletto, sinora considerato immune, presenta reazioni molecolari notevoli al morbo, con cambiamenti che non si osservano in alcun’altra regione del cervello. È possibile che ciò dimostri una capacità del cervelletto di difendersi attivamente dall’Alzheimer.

    Secondo la Dr Rosa Sancho, a capo della ricerca all’Alzheimer’s Research UK, ente finanziatore dello studio, la dettagliata mappa molecolare realizzata grazie all’analisi di migliaia di singole proteine, permetterà alla ricerca di orientarsi nell’ambiente mutevole del cervello affetto dal morbo di Alzheimer per trovare sempre nuove possibilità di combatterlo.

    (lo)

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