Negli Stati Uniti, il censimento del 2020 determina tutto, dai pagamenti della sicurezza sociale a come il governo investe in scuole e ospedali, all’apertura di nuove attività autonome e aziendali; tutti sono preoccupati per i possibili tentativi di manipolare i dati.
di Angela Chen
L’era post-2016 ha aperto la strada a nuove preoccupazioni: campagne di disinformazione – gestite da troll di Internet o potenze straniere che vogliono influenzare la vita interna del paese – che incoraggiano le persone a evitare del tutto il censimento. Ciò porterebbe a una sottostima di alcune fasce di popolazione, il che significa meno denaro, risorse e potere per alcune comunità.
Un’analisi dell’Urban Institute ha rilevato che la popolazione latina e in particolare quella nera saranno probabilmente sottostimate l’anno prossimo, in parte per il tentativo dell’amministrazione Trump di aggiungere una domanda sulla cittadinanza al censimento che ha aumentato i timori di espulsione dal paese da parte delle comunità di immigrati in caso di risposta al sondaggio.
Di conseguenza, i politici stanno diventando sempre più preoccupati che non si stia facendo abbastanza. All’inizio di questa settimana, i deputati democratici hanno chiesto a Twitter di spiegare come combatterà la disinformazione sul censimento, affermando che è “di vitale importanza” che l’azienda mantenga le promesse di fare del suo meglio. Allo stesso modo, i membri del Congressional Asian Pacific American Caucus, un gruppo di legislatori interessati alle questioni asiatico-americane, stanno pianificando di chiedere a Facebook aggiornamenti del suo piano di censimento.
Finora, la maggior parte delle voci che circolano sono causate da semplice confusione o da persone che non sanno cosa è un censimento, afferma Stephen Buckner, vicedirettore per le comunicazioni al Census Bureau. Ma attacchi più mirati arriveranno quasi sicuramente man mano che ci avvicineremo al censimento, egli sostiene. Per prepararsi, l’ufficio sta collaborando con le Big Tech e gruppi di comunità per coordinare un modo per fronteggiare le manipolazioni.
Cosa sta facendo l’ufficio del censimento
Innanzitutto, il Census Bureau gestisce il servizio rumors@census.gov, al quale le persone possono inviare via e-mail domande e esempi di informazioni false. Una pagina Web di FAQ che demistificano le idee sbagliate più comuni viene continuamente aggiornata.
Ma un account di posta elettronica e un elenco di domande frequenti non sono abbastanza per combattere la disinformazione. L’ufficio ha anche una squadra di circa una dozzina di analisti dei social media che monitorano le grandi piattaforme alla ricerca di manipolazioni informative, sia in inglese che in altre lingue popolari come lo spagnolo ( è previsto di assumerne altre decine nei prossimi mesi).
Per esempio, alcuni mesi fa l’ufficio di presidenza venne a sapere della diffusione di una voce secondo cui i ladri si presentavano nelle case fingendosi funzionari addetti al censimento. In risposta, l’ufficio ha aggiornato le sue FAQ per ridimensionare la falsa notizia e ha fatto in modo che fosse la prima pagina a comparire su Google quando le persone cercavano la voce.
Ancora più importante, l’ufficio prevede di collaborare con centinaia di migliaia di organizzazioni – oltre 300.000 in totale – dalle aziende Fortune 500 alle organizzazioni filantropiche, alle associazioni di quartiere, alle imprese locali. Sono previste 13 agenzie che si concentrano su diversi gruppi etnici che potrebbero non parlare inglese. Il ruolo di questi partner è quello di aiutare a raggiungere le persone che non entrerebbero mai in contatto con il sito governativo.
I membri di queste organizzazioni partner fanno parte di gruppi chiusi di Facebook e WeChat, e sono in grado di avere il polso della situazione molto più del Census Bureau. Nel caso della voce diffusa sui ladri, il censimento ha iniziato a coordinarsi con questi gruppi locali e nazionali per dire a tutti che era una bufala. Di conseguenza, la presenza della falsa notizia sui social media è diminuito e le e-mail sono scese a zero.
Cosa stanno facendo le Big Tech
In definitiva, sono le aziende tecnologiche che detengono molto del potere necessario a frenare la disinformazione sul censimento. Tutte le grandi piattaforme – Facebook, Google, Twitter – hanno lavorato con il Census Bureau, ma alcune sono state più trasparenti di altre su ciò che, esattamente, stanno facendo.
Finora, Facebook è quella che ha fatto di più. L’azienda ha già dichiarato che vieterà ogni forma di disinformazione sul censimento. Ha un team interno che sta monitorando i contenuti relativi a questo problema, utilizzando una combinazione di intelligenza artificiale e giudizio umano. L’azienda renderà pubblica la sua politica sulla disinformazione relativa al censimento in autunno.
Google ha detto che istituirà un team specifico per contrastare la disinformazione. Presto diffonderà il suo piano per il censimento del 2020, afferma Buckner. Per quanto riguarda Twitter, l’anno scorso ha pubblicato un documento con tutte le misure intraprese contro le possibili interferenze straniere (di qualsiasi tipo) sulla piattaforma. Prevede inoltre di costituire un team dedicato alla protezione dei dati del censimento.
Queste iniziative non sono sufficienti per i rappresentanti democratici che chiedono all’azienda di fare di più sugli account bot sospetti. “Riteniamo che le piattaforme di social media debbano fare meglio di quanto sia stato fatto nel 2016 per scoraggiare e mitigare le interferenze nel nostro prossimo censimento”, si legge in un documento dei parlamentari.
A oggi, non si conoscono ancora le politiche esatte di Twitter e Google nei confronti della disinformazione sul censimento (le due aziende non hanno risposto alle domande su quando queste informazioni diventeranno pubbliche). Non si sa esattamente neanche come funzionano i loro team interni, come rileveranno i bot o cosa stanno facendo per ricercare e prevenire nuove tecniche di disinformazione.
Per accademici e ricercatori che studiano questo fenomeno, la mancanza di trasparenza di queste piattaforme è un vecchio problema. “Abbiamo bisogno che i ricercatori abbiano accesso ai dati relativi ai tentativi di manipolazioni”, ha detto al “New York Times” Dipayan Ghosh, esperto di piattaforme e collaboratore dello Shorenstein Center di Harvard.
“La Silicon Valley ha l’obbligo morale di fare tutto il possibile per proteggere la democrazia”. Più queste aziende sono opache, più sarà difficile per gli esperti sapere se tutto procederà in modo regolare. “Ancora una volta, il censimento si basa su due capisaldi: potere e denaro”, conclude Buckner. “Si ottiene la rappresentanza politica in base ai dati del censimento; stiamo parlando di miliardi di dollari”.
(rp)