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    I sei ceppi di SARS-CoV-2

    L’Università di Bologna definisce i sei ceppi del virus che causa la pandemia da COVID-19. Nonostante le sue mutazioni, il virus si presenta poco variabile, una buona notizia per i ricercatori che ne stanno elaborando il vaccino.

    di Lisa Ovi

    Ricercatori dell’Università di Bologna hanno concluso il più ampio studio di sequenziamento mai condotto sul virus SARS-CoV-2. Attingendo all’analisi di 48.635 genomi del coronavirus, isolati in laboratori di tutto il mondo, Daniele Mercatelli e Federico M. Giorgi, del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna, hanno mappato la diffusione e le mutazioni del virus in tutti i continenti. I risultati della ricerca sono stati pubblicati dalla rivista Frontiers in Microbiology.

    I virus sono in grado di infettare tutte le specie viventi. Dai batteri unicellulari, alle piante, agli animali di tutte le specie. I Coronavirus sono un gruppo di virus con caratteristiche simili, specializzati nell’attaccare mammiferi e uccelli. Si tratta di virus “in scatola”, dotati di un proprio genoma – il libretto delle istruzioni necessario alla riproduzione di sè – una singola catena di RNA custodita e protetta all’interno di un minuscolo guscio. Il 31 dicembre 2019, a Wuhan, in Cina, è stata segnalata la presenza di un nuovo ceppo di Coronavirus, il SARS-CoV-2 capace di attaccare l’apparato respiratorio degli esseri umani e sviluppare la Patologia da Coronavirus del 2019, o COVID-19, che da mesi imperversa nel mondo.

    Nell’ambito di una pandemia senza precedenti, il materiale genetico del virus può raccontare la storia non solo della sua provenienza, ma anche della sua diffusione e di come sono falliti i tentativi di contenerlo. Man mano che un virus si diffonde, muta, sviluppando alterazioni casuali di singole lettere genetiche nel genoma. Tracciando questi cambiamenti, gli scienziati possono seguirne l’evoluzione e scoprire quali casi sono più strettamente correlati.

    Secondo i ricercatori bolognesi, il tasso di mutazione di SARS-CoV-2 rimane basso. In Europa e in Italia, il ceppo più diffuso è il ceppo G, mentre il ceppo L di Wuhan sta gradualmente scomparendo. Queste mutazioni, tuttavia, non interferiscono con il processo di sviluppo di vaccini efficaci. Sono questi i risultati del più ampio studio di sequenziamento mai condotto sul virus SARS-CoV-2, basato sull’analisi del genoma di 48.635 esemplari di coronavirus, isolati in laboratori di tutto il mondo.

    I primi risultati sono incoraggianti. Il coronavirus si presenta poco variabile, con non più di sette mutazioni per campione. La comune influenza ha un tasso di variabilità più che doppio. Come spiega Federico Giorgi, ricercatore dell’Unibo e coordinatore dello studio, il SARS-CoV-2 ha già presumibilmente conseguito il massimo livello di ottimizzazione nella sua capacità di infettare gli esseri umani, cosa che promette bene per l’efficacia dei trattamenti in corso di sviluppo. Gli stessi vaccini potrebbero rivelarsi efficaci contro tutti i ceppi virali.

    Dei 6 ceppi di coronavirus, l’originale è il ceppo L, apparso a Wuhan nel dicembre 2019. La sua prima mutazione, il ceppo S, è apparsa all’inizio del 2020, mentre, da metà gennaio 2020, sono comparsi i ceppi V e G. attualmente, il ceppo più diffuso è il ceppo G, nella forma dei ceppi GR e GH comparsi alla fine del febbraio 2020.

    Secondo la mappa del coronavirus creata dai ricercatori, i ceppi G e GR sono i più diffusi in Europa e in Italia. In Italia, il ceppo GH sembra prossimo all’estinzione, mentre rimane attivo in in Francia e Germania, a conferma dell’efficacia delle misure di contenimento attuate negli ultimi mesi.

    Il ceppo più diffuso in Nord America, è il GH, mentre in Sud America troviamo più frequentemente il ceppo GR. In Asia, inizialmente colpita dal ceppo L, è in aumento la diffusione dei ceppi G, GH e GR, varietà sono arrivate nel continente solo all’inizio di marzo, ad un mese dalla diffusione in Europa. A livello globale, sono in costante aumento i ceppi G, GH e GR, mentre il ceppo S appare solo in alcune aree degli Stati Uniti e in Spagna. Stanno gradualmente scomparendo i ceppi L e V. Oltre a questi sei principali ceppi di coronavirus, i ricercatori hanno identificato anche alcune mutazioni poco frequenti, attualmente poco preoccupanti, ma da tenere monitorate.

    La corsa verso i vaccini per il covid si è svolta con una velocità senza precedenti. La promessa ai cittadini di ogni paese del mondo ed ai loro governi è la possibilità di far ripartire l’economia e garantire la stabilità politica.

    (lo)

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